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Usa: l’economia rilanciata dal taglio dei tassi
Incertezza sui mercati, tra potenziali opportunità e rischi di recessione Usa. Il taglio Fed potrebbe favorire gli asset di rischio, con aspettative di buone performance per mid-cap, small-cap e valute emergenti. Una ripresa economica più forte del previsto potrebbe interrompere il ciclo di tagli.
Il taglio dei tassi (di 50 punti base) della Fed, ampiamente telegrafato, è giunto al momento quanto mai opportuno. Il quadro riflette infatti un’economia statunitense che, pur mostrando segnali di tenuta, si trova di fronte a sfide significative, tra cui l'indebolimento del mercato del lavoro e la pressione sui consumatori. Per questo, l’attenzione si è spostata già sulle prossime mosse della Banca federale Usa, secondo il cui grafico ci si aspetta un totale di 100 punti base di taglio entro dicembre. La giustificazione principale di questa scelta è la volontà della Fed di riportare la politica monetaria verso la neutralità in tempi relativamente brevi, visto il calo delle pressioni inflative. Con l'inflazione sotto controllo, infatti, non è più necessario esercitare ulteriori pressioni sulla domanda aggregata.
La Fed potrebbe essere costretta a invertire la rotta
Ebbene, l'inflazione sta calando, anche più di quanto previsto dai policy maker ma – attenzione - la Fed potrebbe essere costretta a rivedere la propria politica monetaria se l’effetto dei tagli dei tassi si dovesse rivelare eccessivo. Nel complesso, gli esperti prevedono per i mercati un periodo di volatilità con possibili opportunità per gli investitori, soprattutto nel breve termine, ma con un approccio cauto a causa dei presenti rischi di recessione e dell’incertezza che c’è sul piano politico (la cui direzione dipenderà dalle elezioni di novembre). Il Presidente della Fed, Jerome Powell, illustrando la svolta da ‘‘colomba’’, ha ribadito la solidità della congiuntura statunitense e sottolineato che l’Istituto resta concentrato sul mantenimento di una crescita economica stabile e di un mercato del lavoro solido.
Scenario positivo per gli asset di rischio
Questo cambiamento nell'approccio della Fed, secondo Álvaro Sanmartín, chief economist di Amchor IS, potrebbe rappresentare una notizia positiva per gli asset di rischio (come l’azionario), soprattutto considerando che la Fed sembra incline a tagliare i tassi. In questo contesto, l’esperto si aspetta che nelle prossime settimane i titoli mid e small cap, i titoli ciclici e le valute emergenti con rendimenti interessanti possano registrare performance positive. Tuttavia, guardando al futuro, se le condizioni finanziarie resteranno rilassate, potremmo assistere a sorprese al rialzo per quanto riguarda l’economia e, forse, anche i prezzi. Questo potrebbe portare a una revisione al rialzo del tasso neutrale della Fed e a una conclusione del ciclo di tagli più rapida del previsto.
Il rischio recessione è sempre dietro l’angolo
Lo scenario centrale di Amchor Is prevede che il tasso terminale della Fed si assesterà intorno al 4%, allineandosi con la stima del tasso neutrale, che potrebbe essere raggiunto già nel primo trimestre del prossimo anno. Di conseguenza, Sanmartín suggerisce di mantenere una certa cautela nei confronti del rischio di duration. Anche perché, come avverte David Vick, head of fixed income portfolio specialists di TCW, nel suo scenario di lungo periodo è sempre presente una recessione per gli Stati Uniti, con un atterraggio duro per l’economia. Questa visione, che inizialmente era condivisa da pochi, è oggi – spiega l’esperto - più vicina alla percezione dei mercati, in particolare a causa di tre fattori principali: il mercato del lavoro si sta indebolendo, i consumatori sono sotto pressione e l'inflazione è in calo.
I fantasmi della disoccupazione e dello stress dei consumatori
La preoccupazione maggiore arriva dal tasso di disoccupazione, che è aumentato dal minimo del 3,4% al 4,2%: un aumento di mezzo punto spesso ha preceduto una recessione. Anche altri indicatori del mercato del lavoro, come le offerte di lavoro e il tasso di abbandono, mostrano segni di debolezza. La domanda, nel frattempo, mostra segni di stress: le insolvenze su carte di credito e prestiti aumentano, il debito sulle carte di credito è ai massimi e il risparmio è ai minimi. Questo mix suggerisce che i consumatori stanno spendendo a credito, un comportamento preoccupante in un contesto di mercato del lavoro in indebolimento. Un ulteriore dubbio riguarda la politica fiscale, che ha giocato un ruolo importante nell'aumento dell'inflazione e che nei prossimi anni sarà meno determinante, ma le prossime elezioni potrebbero influire notevolmente su questo aspetto.