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WhatsApp: nel mirino del Garante per la Privacy
Il Garante per la Privacy ha posto all’attenzione dell’Ue l’intenzione di WhatsApp di modificare le norme che regolano il trattamento dati dei propri utenti. Menlo Park, il cui annuncio ha scatenato la fuga degli utenti, ha intanto rinviato di tre mesi l’adozione della nuova politica.
WhatsApp torna sui propri passi, almeno per il momento. La fuga in massa dei suoi utenti verso la concorrenza più diretta come Telegram e Signal (ma tra i suoi rivali ci sono anche Viber, Wire e Threema), scattata con l’annuncio di nuove norme sulla privacy da parte di Menlo Park, ha spinto infatti la società a rinviare l’adozione della nuova politica di tre mesi, al 15 maggio dall’appuntamento fissato originariamente per il prossimo 8 febbraio. Le condizioni obbligatorie della piattaforma dell’orbita di Mark Zuckerberg, poco chiare se non estremamente confuse, hanno determinato in pochi giorni una vera e propria emigrazione degli utenti dell’app ‘verde’ (acquistata da Facebook nel 2014).
Garante della Privacy in allerta
Le intenzioni di WhatsApp sul trattamento dei dati sono subito finite sotto i riflettori del Garante della Privacy e messo in allarme anche Federconsumatori. L’Autority ha infatti messo in all’erta gli utenti dai comportamenti in materia di tutela dei dati personali adottati dalla società: il messaggio con il quale la società ha avvertito i propri utenti degli aggiornamenti che dovevano entrare in vigore dall’8 febbraio sono poco chiari. In particolare, sottolinea l’associazione, nel mirino del Garante sono finiti i termini di servizio – soprattutto riguardo alla condivisione dei dati con altre società del gruppo - e la stessa informativa sul trattamento che verrà fatto dei dati personali.
Questione posta al Board europeo sulla privacy
Tutti elementi che l’Autorità Garante ha trovato poco chiari e per questo ha portato la questione all’attenzione dell’Edpb (Board che riunisce le Autorità privacy Ue), riservandosi di intervenire, in via d’urgenza per tutelare gli utenti italiani e far rispettare la disciplina in materia di protezione dei dati personali. Dai termini del servizio e dalla nuova informativa non risulta infatti possibile evincere chiaramente quali siano le modifiche, né comprendere in maniera trasparente quale sarà il trattamento dei dati dopo l’avvenuta modifica. Questo, secondo Federconsumatori, rende impossibile il consenso consapevole, libero e informato degli utenti, più attenti in merito alla tutela dei propri dati.
Menlo Park spiega che la modifica non toccherà l’Europa
La mancanza di chiarezza ha determinato molta confusione: il punto più discusso è l'interazione di WhatsApp con Facebook. La fuga è stata massiccia: il fondatore di Telegram, Pavlov Durov, ha fatto sapere che la sua piattaforma ha registrato un aumento di 25 milioni di utenti dopo l’annuncio della società di Zuckerberg. E questo nonostante in Italia e in Europa questo aggiornamento non avrà effetti. I due enti che gestiscono il servizio sono infatti differenti: WhatsApp Ireland per gli utenti europei e WhatsApp Inc per il resto del mondo. Nei Paesi dell'Ue, inoltre, in fatto di protezione della privacy vigono regole molto rigide fissate dalla GDPR, entrata in vigore in Europa nel maggio del 2018.
L’adozione dei nuovi criteri spostata al 15 maggio
La decisione di WhatsApp di posticipare di tre mesi l’introduzione della nuova politica sulla privacy ha solo momentaneamente calmato le acque sul mondo della chat. La società di Menlo Park ha per ora chiarito che con l’8 febbraio nessun account dei propri utenti sarà sospeso o eliminato, spiegando – in un posto sul blog - di voler rivedere la data in cui alle persone verrà chiesto di rivedere e accettare i termini. La società ha scelto di informare in modo graduale e secondo le tempistiche di ciascun utente, a rivedere l’informativa prima del 15 maggio, quando saranno disponibili le nuove opzioni business.