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Confcommercio: disagio sociale peggiorato a novembre
La seconda ondata di contagi che in autunno ha interessato il Paese ha comportato un peggioramento del disagio sociale: in novembre l’indice relativo si è portato a 21,2 punti. Confcommercio avverte del rischio un ulteriore peggioramento a causa della crisi che si avverte sul mercato del lavoro.
La seconda ondata dei contagi da Covid-19 ha, come previsto, aumentato il disagio sociale tra gli italiani. L’indice relativo, il Misery Index calcolato da Confcommercio, è infatti peggiorato lo scorso novembre di due decimi di punto a 21,2 punti: è il livello più basso dallo scorso luglio. Sulla dinamica della percezione del disagio hanno pesato, precisa una nota, il riacutizzarsi della pandemia e le conseguenti restrizioni alla mobilità e alle attività produttive.
Preoccupa prossimo sblocco dei licenziamenti
Il movimento in senso negativo dell’indicatore per il momento rimane su valori ancora contenuti, in considerazione delle limitazioni ai licenziamenti e del permanere di una situazione di deflazione a livello generale. Gli esperti, a questo proposito, ricordano tuttavia che lo sblocco ai licenziamenti che c’è all’orizzonte (a fine marzo) potrebbe far precipitare la situazione soprattutto sul fronte del mercato del lavoro, una delle componenti dell’indice Mic. L’altra componente sono i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto, che nello scorso novembre hanno registrato un calo dello 0,3% su base annua, confermando la deflazione in atto da luglio.
Il mercato del lavoro si mantiene ‘tecnicamente’ stabile
L’acuirsi della crisi, con il rischio sempre più concreto per molte imprese di uscire dal mercato, con la conseguente perdita di posti di lavoro, potrebbe – secondo Confcommercio – portare in primavera a un deciso peggioramento dell’indicatore. Tornando al dato di novembre, il tasso di disoccupazione ufficiale si è attestato all’8,9%, in diminuzione di sei decimi di punto su ottobre. Il dato riflette una crescita dei livelli occupazionali (+63mila unità), associata a una marcata riduzione del numero di persone in cerca di lavoro (-168mila unità in termini congiunturali). Il fenomeno sottintende, come già accaduto durante la fase acuta dell’emergenza sanitaria della scorsa primavera, la traslazione di parte dei disoccupati verso l’inattività, viste le difficoltà in questo momento di svolgere un’attività di ricerca. Includendo una parte dei sottoccupati tra i disoccupati, fermo restando il complesso delle persone presenti sul mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione si attesta infatti al 10,7%, stabile su ottobre. Per quanto concerne gli scoraggiati nell’ultimo mese si rileva una crescita significativa in termini congiunturali.
Il tasso di disoccupazione esteso balza al 17%
Sempre lo scorso novembre, le ore autorizzate di CIG sono state oltre 257 milioni, a cui si sommano altri 129 milioni di ore per assegni erogati da fondi di solidarietà. Del totale delle ore autorizzate a novembre il 96,4% aveva causale Covid-19, dato in risalita su ottobre. In termini di ore di CIG effettivamente utilizzate destagionalizzate e ricondotte a ULA, si stima che questo corrisponda a oltre 915mila unità lavorative standard. Il combinarsi di queste dinamiche ha portato il tasso di disoccupazione esteso al 17%.