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La Svezia ha retto bene alla crisi
L’adozione di tassi di interesse ufficiali negativi e la svalutazione della corona hanno consentito al paese scandinavo di supportare la crescita del Pil. Ma la debolezza della divisa ha danneggiato il potere d’acquisto dei cittadini.
Il Pil del paese supera quello del 2008 (confermando la buona tenuta agli scossoni della crisi economico-finanziaria mondiale), il tasso di disoccupazione è al 6,1% e segue un trend discendente.
La Corona svedese si è sensibilmente deprezzata nel cambio con l’euro, in particolare nel 2016 ( da inizio anno la svalutazione ha raggiunto il 7% nel cross con la divisa unica). Nel frattempo, l’economia locale ha registrato una crescita del 4,4% su base annua nel secondo trimestre dell’anno. Nel 2014 e 2015 la variazione del Pil era stata rispettivamente del 2,6% e del 4,1%.
Il Primo ministro svedese ha recentemente sostenuto che la svalutazione della divisa domestica si è spinta troppo in là rispetto alla forza dimostrata dall’economia del paese scandinavo. In verità, le autorità di Stoccolma sono state le prime a volere tale deprezzamento con l’adozione di un tasso ufficiale di sconto fissato a -0,5% e l’avvio di un piano di stimoli dal carattere eccezionale.
A febbraio 2016, la Banca centrale di Svezia, (RiksBank) ha deciso di abbassare il tasso d’interesse di riferimento portandolo da -0,35% fino a -0,5%. Le autorità monetarie ritengono che la politica monetaria disponga di ulteriori margini per tagliare il tasso di sconto e introdurre nuove misure di stimolo (nel caso ce ne fosse bisogno).
Nel frattempo, a gennaio 2016 con 9,20 corone si poteva acquistare un euro. Ora ne vengono chieste circa 9.90 per la stessa operazione. In alcune città svedesi, i negozi che consentono l’uso della valuta unica applicano un cambio a 10 corone per euro.
Nel mese di ottobre la corona svedese è stata seconda solo alla sterlina britannica in termini di indebolimento rispetto alle principali moneta del mondo. Grazie a questa debolezza, Stoccolma si sta gradualmente avvicinando al target che si era data in materia d’inflazione. L’Ipc armonizzato mostra un rialzo dei prezzi al consumo compreso tra lo 0,8% e l’1,2% su base annua nell’ultimo semestre, un dato superiore a quello della media europea.
Per Bolund, ministro dell’Economia del paese, ha recentemente dichiarato che le autorità sono sorprese del livello di debolezza raggiunto dalla valuta locale in un periodo caratterizzato da una buona forza dell’economia. Il dato non appare logico. La teoria economica recita che un’economia forte e sana disponga di vari elementi che la rendono attraente agli occhi dei capitali e degli investimenti. Solitamente, questo interesse da parte dei flussi d’investimento sfocia in una rivalutazione della divisa locale. Nel panorama europeo, questa logica economica la si riscontra in Svizzera, la cui Banca Centrale è costretta a intervenire periodicamente per frenare il rafforzamento del franco elvetico.
Anche se il deprezzamento della divisa svedese sta avendo effetti positivi, appare certo che il trend in atto sta danneggiando il potere d’acquisto dei cittadini svedesi. Le importazioni tendono a diventare più care quando una divisa si deprezza rispetto a quelle dei principali partners commerciali.