- SEI UN CONSULENTE FINANZIARIO AUTONOMO?
- Scopri i vantaggi del nostro servizio
Mercati di frontiera da rivalutare
Nel variegato universo dei mercati emergenti una nicchia che gli investitori dovrebbero tornare a considerare come un'opportunità interessante è quella dei mercati di frontiera, che rappresenta il sottogruppo meno sviluppato all'interno dell'asset class emergente.
Le ragioni che dovrebbero indurre gli investitori a rivalutare tali mercati sono molteplici e molto convincenti, come evidenzia Carlos Hardenberg, Senior Vice President & managing Director di Templeton Emerging Markets Group.
Innanzitutto, questi paesi hanno previsioni di crescita molto robusta. Il fatto che le dieci economie a crescita più rapida del mondo rientrino oggi tra i mercati emergenti certamente non sorprende, ma l’elemento probabilmente inatteso e` che, escludendo Cina e India, le otto economie a crescita più elevata siano in effetti mercati di frontiera. Di queste, cinque si trovano in Africa (Etiopia, Costa d'Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Tanzania e Rwanda), due in Asia (Birmania e Cambogia) e una nella Comunità degli stati indipendenti (Uzbekistan).
In secondo luogo, e in netto contrasto rispetto al mondo sviluppato, molti di questi paesi hanno avviato importanti programmi di riforme a sostegno dello sviluppo economico. Mentre soprattutto in Europa e negli Stati Uniti stiamo assistendo a un ritorno a restrizioni commerciali e isolazionismo, nei mercati di frontiera e in alcuni emergenti sono evidenti i segnali che indicano l'attuazione di riforme pacate ma profonde.
Da questo punto di vista un ruolo importante è stato svolto dall'andamento dei prezzi delle materie prime. Tra il 2000 e il 2008, nei cosiddetti anni del boom, quando i prezzi delle materie prime continuavano a salire, la dinamica riformista era poco vivace, soprattutto nei paesi dipendenti dalle esportazioni di materie prime. Ma quando e` e scoppiata la crisi finanziaria e i prezzi delle commodity hanno subito una pesante correzione, molti di questi paesi hanno dovuto ripartire dai fondamentali e avviarsi lungo un sentiero di riforme mirate ad attirare capitali e finanziare lo sviluppo.
Un altro fattore che rende attraenti i mercati di frontiera è quello relativo alle valutazioni. Se si considera il rapporto prezzo/utili dell'indice Msci Frontier Markets, le azioni di questo segmento sono scambiate a multipli ancora molto bassi rispetto a quelle dei mercati sviluppati e dei mercati emergenti.
Infine, i mercati di frontiera hanno tradizionalmente evidenziato una bassissima correlazione con altri mercati emergenti quali Cina, Brasile o Indonesia, oppure con mercati sviluppati quali Stati Uniti, Giappone o Regno Unito, e questo li rende un'asset class interessante ai fini di una diversificazione di portafoglio.
Se quindi sono molti i fattori positivi che rendono interessanti questi mercati, va detto però che molti investitori continuano a non prenderli in considerazione a causa di varie "leggende metropolitane", che secondo Franklin Templeton vanno sfatate. Le più comuni e ricorrenti sono l'illiquidità percepita, la bassa capitalizzazione di mercato e standard di corporate governance inferiori rispetto ai mercati più sviluppati.
Come nel caso dei mercati emergenti in generale, non si possono considerare tutti i mercati di frontiera come una categoria omogenea. Le diversità tra un paese e l'altro sono notevoli, e in realtà i mercati di frontiera sono sotto svariati aspetti molto più diversi tra loro di quanto lo siano i mercati emergenti.
Nel complesso però il genere di riforme in atto in molti di questi paesi rappresenta una buona premessa per miglioramenti in termini di turnover e dimensioni e per maggiori opportunità future per gli investitori azionari.