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Bond emergenti, è vero boom
È una delle asset class attualmente più interessanti del mondo: le obbligazioni dei paesi emergenti stanno attraendo sempre di più l’attenzione degli investitori, sia per i rendimenti che offrono, sia per i fondamentali in netto miglioramento dei paesi che li emettono.
Intanto vediamo quando rendono complessivamente questi titoli: il debito emergente in valuta locale in agosto ha sovraperformato, con ritorni dell’1,79%, performance che ha portato i guadagni da inizio anno al 14,67%, grazie anche al rafforzamento delle valute emergenti rispetto al dollaro americano (ovviamente per gli investitori in euro, il vantaggio è stato inferiore, in quanto la moneta unica ha anch’essa sovraperformato rispetto alla divisa Usa). Allo stesso modo, il debito sovrano emergente denominato in dollari ha registrato ritorni dell’1,77% sempre ad agosto, sovraperformando quello societario in dollari, che ha reso lo 0,96%. Le obbligazioni sovrane in dollari quest’anno con l’8,98% hanno fatto meglio di quelle societarie nella stessa moneta che hanno reso il 6,86%.
Alla base dell’exploit c’è una serie di cambiamenti epocali nelle maggiori economie emerging, sia in Asia, sia in America latina. Nelle nazioni più importanti i governi e le banche centrali hanno avviato una serie di riforme strutturali, che hanno portato quasi ovunque a una crescita della struttura produttiva, al ribasso dei tassi, alla diminuzione dell’inflazione e a una rivalutazione delle principali monete. Considerando che i rendimenti sono ancora alti, soprattutto in rapporto a quelli europei, su questi bond si sono riversati i capitali degli investitori di tutto il mondo.
Ma vediamo quali sono i paesi ritenuti più interessanti oggi per un investimento obbligazionario.
Cina. Attualmente un bond governativo decennale in valuta locale rende il 3,67%, con lo yuan che ha registrato un rafforzamento nei confronti del dollaro. Oggi gli interessi del governativo di Pechino a 10 anni sono in costante salita: alla fine del 2016 erano al 2,75%. La Cina sta intraprendendo un percorso di cambiamento tale da rendere sostenibile la propria crescita e in particolare molti money manager ritengono che vi sia del valore nei bond di società quasi statali come quelle del settore finanziario. In questo ambito gli asset non performanti sono in netta diminuzione, mentre è in corso un processo di ristrutturazione.
India. L’india viene considerata attualmente uno dei paesi più interessanti in Asia, per le riforme portate avanti dall’attuale governo guidato da Modi. In questo contesto un bond a 10 anni in rupie rende a scadenza il 6,74%. Secondo diversi gestori, però, il mercato ha corso parecchio e bisogna essere selettivi per quanto riguarda le valutazioni. Certamente i dati fondamentali del paese, però, sono in netto miglioramento.
Brasile. Il paese latino-americano, che sta uscendo da una situazione tutt’altro che facile, attualmente offre agli investitori in bond governativi decennali in real il 9,75% all’anno. Dall’1 dicembre 2015, quando questa obbligazione rendeva il 16,49%, c’è stata una costante discesa dei rendimenti, fino ad arrivare all’attuale livello. Si tratta in realtà di una buona notizia, in quanto i mercati giudicano che il rischio su questo paese è ampiamente diminuito, al punto che la valuta locale ha avuto una ripresa spettacolare e la banca centrale ha abbassato i tassi di 100 punti base.
Messico. Il paese americano, dato in grave difficoltà dopo l’elezione di Trump, ha visto in realtà quest’anno un livello di rendimenti del decennale governativo molto stabile e attualmente la cedola è al 7,10%, mentre al momento dell’elezione di Trump era al 7,23%: in pratica i mercati stanno esprimendo ampia fiducia sul paese.
Argentina. È oggi uno dei paesi sul quale i money manager stanno investendo di più. Il rendimento a 10 anni del 5,96%, in ascesa dalla primavera di quest’anno, è discretamente appetibile. E soprattutto stanno ritornando positivi i fondamentali e il sentiment. La situazione politica appare tranquillizzante: si temeva un ritorno dei Kirchner, mentre gli ultimi sondaggi appaiono favorevoli a Macri. Il paese è uscito dallo stato di emergenza causato dal default solo nell'ultimo biennio. Inoltre la precedente amministrazione aveva spinto l'Argentina in una situazione di isolazionismo economico da cui sta uscendo solo adesso: infatti gli investimenti provenienti dall’estero stanno aumentando, a fronte di un livello complessivo di indebitamento che è più basso rispetto a realtà come Colombia e Messico.