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Messico e Argentina, due sfide latinoamericane
Il Brasile non è l’unica economia in cui le riforme cominciano a dare risultati. In Messico, la seconda economia latinoamericana dopo il Brasile, il governo ha rotto vari monopoli.
Il Messico si è gradualmente posizionato come hub manifatturiero a basso costo, legato alla catena di fornitura nordamericana. Sul fronte interno, il Messico ha ancora un sistema bancario caratterizzato da un grado di penetrazione inferiore alla media, anche in rapporto ad altre economie dei mercati emergenti.
Il paese offre generalmente manodopera manifatturiera meno costosa rispetto alla Cina, oltre a un numero crescente di operai specializzati. La storia del Messico nel settore manifatturiero, unitamente a tali vantaggi in termini di costi, ha consentito al paese di riconquistare la posizione di hub manifatturiero globale.
Le elezioni generali in Messico sono programmate per luglio 2018 e per la regione si tratterà pertanto di un anno intenso sul piano politico. Chiunque conquisti la presidenza del paese, dovrà occuparsi di rinegoziare il North American Free Trade Agreement (NAFTA) con i partner, ossia Stati Uniti e Canada.
La temporanea esenzione del Messico dai dazi statunitensi sulle importazioni di acciaio e alluminio dipenderà probabilmente dall’esito soddisfacente delle trattative sul NAFTA. Malgrado ciò, le prospettive macroeconomiche del paese appaiono stabili, grazie alla disciplina fiscale e all’attenzione a un’economia aperta.
L’eventualità che il Messico riesca a raggiungere un accordo sul NAFTA sarebbe ritenuta positiva. Superato il nervosismo di mercato nel breve termine, prevediamo che nel medio-lungo termine il Messico non abbandonerà le politiche orientate al mercato che stanno diffondendosi in America Latina.
Argentina sulla via della ripresa
La recente volatilità che ha investito il peso argentino è in parte riconducibile all’adozione di un approccio favorevole al mercato da parte del paese.
Sono già state attuate molte importanti misure, come la liberalizzazione dei mercati dei flussi di capitali, il riadeguamento di tariffe tenute artificialmente basse e il ripristino di una politica monetaria credibile. Persistono tuttavia problematiche macroeconomiche, in un quadro di elevato deficit delle partite correnti e inflazione stabilmente alta. Sono state adottate misure decise volte ad adeguare le stime, quali un aumentando dei tassi di 675 punti base (6,75%) al 40%.
Dopo anni di misure populiste, l’Argentina potrebbe offrire potenziale di crescita sulla scia di una crescita annualizzata del PIL pluriennale, del miglioramento dei tassi di disoccupazione, del rafforzamento della crescita del consumo privato e della robusta produzione industriale. La penetrazione dei prestiti bancari è estremamente bassa, il che crea spazi per un consolidamento e una forte crescita del sistema bancario. Emergono inoltre altre opportunità, dato il basso grado di penetrazione di altri beni e servizi, come le costruzioni civili o in campo automobilistico, nonché la continuazione di un’adozione integrale di prezzi di mercato in settori regolamentati.
L’impegno dell’Argentina a liberalizzare la propria economia, che potrebbe attirare investimenti in molteplici settori, sarà probabilmente riconosciuto da MSCI e contribuirà a riallineare il paese nell’ottica di una potenziale promozione allo status di mercato emergente.