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Arriva lo stallo nella politica Usa
La principale conseguenza del voto sarà probabilmente uno stallo a livello legislativo. Questo non vuol dire una totale assenza di cooperazione. Il Congresso e il Presidente dovranno comunque approvare una serie di leggi relative al bilancio e l'innalzamento del periodo del tetto del debito.
Sebbene il risultato delle elezioni non dovrebbe avere un impatto significativo sull'andamento dei mercati, il nuovo Congresso prenderà probabilmente in considerazione questioni controverse che potrebbero dar luogo a una certa volatilità. Tra questi temi caldi: una seconda importante proposta di riforma fiscale da parte dell'amministrazione Trump, che potrebbe innescare una maggiore crescita, un deficit più significativo e aspettative di inflazione più elevate; Gli sforzi per porre limiti ai prezzi dei farmaci o un altro tentativo da parte dei Repubblicani per sostituire l'Affordable Care Act, che potrebbe produrre effetti, rispettivamente, sui titoli azionari di provider medici o farmaceutici; L'impegno per alzare il salario minimo, che potrebbe suscitare preoccupazioni in materia di inflazione; Il dibattito sul controllo dell'immigrazione, che potrebbe porre la minaccia di una crescita più lenta e di un aumento dei livelli d'inflazione; Potenziali aumenti nella spesa per il settore della difesa, che potrebbero stimolare la crescita complessiva e, in particolare, i titoli legati a questo comparto;
Questi dibattitti di carattere legislativo potrebbero rappresentare il rischio principale. Tuttavia, in un contesto politico frammentato, molti osservatori sono scettici sul fatto che il Congresso farà molti progressi su qualsiasi iniziativa di rilievo.
Spostando l’attenzione ai mercati, vediamo cosa ci dicono i dati storici relativi alle elezioni di metà mandato. Il partito del Presidente in carica perde solitamente alcuni seggi al Congresso nelle midterm, in particolare alla Camera, ma il mercato azionario ha di norma registrato buone performance l'anno successivo. Storicamente, il terzo anno di mandato di un Presidente (l'anno successivo alle elezioni di metà mandato, quindi) si è rivelato l'anno migliore per l'andamento del mercato statunitense nel ciclo quadriennale di presidenza.
Per i 17 anni di elezioni di metà mandato tra il 1950 il 2014, l'S&P 500 ha guadagnato in media il 10,7%, con solo cinque anni di performance negative in questo periodo storico. Per lo stesso arco temporale, nell'anno successivo alle elezioni midterm, il mercato ha guadagnato in media il 19,9%, e l'S&P 500 non ha registrato flessioni in nessuno di quegli anni. Dal 31 dicembre 1949 al 31 dicembre 2015, l'S&P 500 ha registrato un rendimento medio annuo dell'11,2%. Nemmeno le turbolenze politiche hanno portato a sconvolgimenti sul mercato. Alle elezioni di metà mandato del 1954, 1994 e 2006, il partito del Presidente in carica ha perso la maggioranza sia alla Camera che al Senato.
Nell'anno successivo a queste midterm, l'indice S&P 500 ha guadagnato rispettivamente il 31,5%, il 37,4% e il 5,5%. Alle elezioni di metà mandato del 1994, durante il primo incarico del presidente Clinton, il partito democratico ha perso 52 seggi in Parlamento e 8 al Senato, ma l'anno successivo il mercato ha guadagnato più del 37%. Nelle elezioni midterm del 2010, durante il primo mandato del presidente Obama, il Partito Democratico ha perso 63 seggi al Parlamento e 6 al Senato, creando una spaccatura nel Congresso. L'anno successivo, il mercato ha guadagnato il 2%
La cautela è giustificata e gli investitori non dovrebbero arrivare rapidamente alla conclusione che - nel più lungo periodo - un'Amministrazione democratica sarebbe negativa per i titoli azionari. Infatti, se valutati su un intero mandato presidenziale nel corso degli ultimi 100 anni, i rendimenti dei titoli azionari statunitensi - pur subendo notevoli variazioni nei quattro anni - sono stati generalmente positivi. Ancora una volta, la maggior parte degli operatori concorda sul fatto che siano subentrati fattori esogeni al controllo di qualsiasi individuo della Casa Bianca.