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Usa: l’impatto delle elezioni di Midterm sui mercati
Le elezioni di Midterm restituiscono un Congresso Usa spaccato. L’attenzione è sull’ampliamento del debito anche se, secondo gli analisti, né i Democratici né i Repubblicani vorranno assumersi la responsabilità di un declassamento del rating. La Cina è il punto di convergenza sull’export high tech.
Il risultato delle elezioni di medio termine che si sono svolte negli Stati Uniti a inizio novembre ha rispettato le previsioni: il partito dei Democratici ha conservato la maggioranza al Senato e, dopo quattro anni, i Repubblicani hanno riconquistato la leadership alla Camera. Ne emerge un Congresso spaccato e, dunque, con un potenziale, afferma Blerina Uruçi, Us economist di T. Rowe Price, per un acceso conflitto tra i due poli, con possibili ripercussioni economiche. Non pochi, infatti, si aspettano dai conservatori ostacoli all’Amministrazione guidata da Biden che, di fatto, avrà un raggio d’azione (come nell’approvazione di leggi importanti, tipo il bilancio) condizionato dai compromessi.
Rilevanti ripercussioni da un Congresso spaccato
In questo contesto, secondo l’economista, per le aziende potrebbe essere più facile pianificare senza dover anticipare cambiamenti fiscali. Il passaggio a un Governo diviso spingerà probabilmente la Casa Bianca a ricorrere a modifiche normative per attuare parti del suo programma, il che potrebbe avere rilevanti implicazioni per alcuni settori e industrie. L’Amministrazione ha ottenuto un successo inatteso nel raggiungimento di obiettivi legislativi, tra cui il Creating Helpful Incentives to Produce Semiconductors (CHIPS) and Science Act e dell'Inflation Reduction Act (IRA). Il CHIPS punta a dare impulso alla produzione di chip negli Usa e migliorare la sua competitività tecnologica, e l'IRA autorizza la spesa per le tecnologie energetiche pulite e per le riforme dei prezzi dei farmaci da prescrizione e dell'assistenza sanitaria.
Sotto i riflettori l’innalzamento del debito
Il Presidente Biden ha ottenuto anche l'approvazione di un significativo pacchetto di spesa per le infrastrutture che finanzierà molte iniziative, dai trasporti all'ampliamento della copertura a banda larga. Ci vorranno anni prima che l'impatto di queste politiche si ripercuota pienamente sull'economia, contribuendo forse a smorzare l'impatto dello stallo legislativo. Ma ora, con la nuova maggioranza repubblicana alla Camera, il passo di marcia dell’Amministrazione democratica potrebbe diventare meno agevole. In particolare, potrebbero cambiare significativamente le dinamiche dell'innalzamento del tetto del debito, necessario al Tesoro per continuare a emettere debito per finanziare il Governo, rifiutandosi di aumentarlo senza ottenere concessioni sulla spesa da parte dei democratici.
Ma nessuno vuole un declassamento del rating come nel 2011
Il Congresso, tuttavia, secondo Uruçi, non permetterà che uno scontro politico su questo tema arrivi al punto di innescare un declassamento del rating del credito degli Stati Uniti, com’è già successo nel 2011 (da parte dell’agenzia S&P). Anche perché, sottolinea, con i mercati che stanno già lottando per ammortizzare l’effetto del forte aumento dei tassi d'interesse visto finora, è probabile che nessuno voglia gettare benzina sul fuoco e rischiare di infliggere questa sofferenza ai mercati. Senza contare che la Fed cerca di operare come un'istituzione indipendente ed è quindi improbabile che le eventuali pressioni del Congresso potranno influenzare la politica monetaria se l'inflazione rimarrà alta.
La Cina: un punto di convergenza sull’export high tech
Ci sono comunque alcuni punti di convergenza tra i due partiti: in termini di politica commerciale, la limitazione dell’export di tecnologia verso la Cina è infatti una delle rare aree di accordo bipartisan, che presenta la possibilità di una nuova legislazione. L'Amministrazione Biden ha lasciato in vigore (e in alcuni casi ha imposto limiti più drastici) essenzialmente tutte le tariffe sulle importazioni dalla Cina attuate sotto l'Amministrazione Trump, e questa posizione non è destinata ad ammorbidirsi. Non è escluso però che i Repubblicani possano tentare di apparire più critici nei confronti della Cina rispetto a Biden.