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Mercati: cosa possono riservare le elezioni statunitensi
Trump potrebbe rivedere l’accordo commerciale tra Usa, Messico e Canada in modo più conflittuale, mentre Harris lo gestirebbe in continuità con l'approccio multilaterale di Biden. Trump intensificherebbe la pressione su Cina ed Europa, mentre Harris manterrebbe un confronto più cooperativo.
Le elezioni presidenziali statunitensi che si terranno il prossimo 5 novembre potrebbero avere un impatto rilevante sul percorso futuro dei mercati finanziari. La campagna elettorale di entrambi i fronti poggia praticamente sugli stessi cardini, ma con una visione ovviamente opposta: dalle politiche commerciali in relazione al fenomeno della deglobalizzazione al sostegno delle industrie nazionali alla competizione economica con la Cina. A prescindere da chi dovesse vincere le elezioni, la democratica Kamala Harris o il repubblicano Donald Trump, sono temi destinati a influenzare i rendimenti degli asset che gli investitori terranno in portafoglio. Gil Fortgang, Washington Associate Analyst, U.S. Equity Division di T. Rowe Price, ci aiuta a capire cosa potrebbe succedere con l’insediamento della nuova Amministrazione Usa.
Politica commerciale aggressiva da Trump, più morbida da Harris
Le strategie disegnate dai democratici e dai repubblicani sono chiare. Trump potrebbe adottare un approccio aggressivo, con l'intenzione di imporre dazi più elevati su una vasta gamma di beni, incluso un possibile aumento fino al 60% per le importazioni dalla Cina. Questo approccio potrebbe includere restrizioni mirate e una possibile revisione dell'accordo USMCA per limitare le scappatoie. Inoltre, col ritorno di Trump alla Casa Bianca potrebbe accelerare il processo di deglobalizzazione e creare tensioni anche con l'Europa. In altre parole, mentre Trump potrebbe intensificare le misure protezionistiche e accelerare la deglobalizzazione, Harris potrebbe mantenere un approccio più morbido, ovvero una linea più moderata e cooperativa, soprattutto nei confronti dei tradizionali alleati degli Stati Uniti.
Sotto i riflettori l’accordo con Messico e Canada
Infatti, al contrario del programma di Trump, Harris potrebbe continuare la politica di Joe Biden, mantenendo i dazi esistenti e adottando un approccio più multilaterale. La sua amministrazione potrebbe concentrarsi su misure selettive per salvaguardare la sicurezza nazionale e settori strategici, senza un'espansione significativa dei dazi. Anche la revisione dell’USMCA (United States-Mexico-Canada Agreement), con una presidenza Harris, sarebbe probabilmente meno conflittuale, con un possibile focus su limitazioni al trasbordo di merci. Questo accordo commerciale, che nel luglio 2020 ha sostituito il NAFTA, mira a modernizzare e migliorare gli scambi tra i tre Paesi (favorire l’industria automobilistica, le condizioni di lavoro, l’accesso ai mercati del settore agricolo, la protezione della proprietà intellettuale).
Deficit commerciale visto come concorrenza sleale
Come si può immaginare, le differenze tra la politica di Trump e di Harris sono sostanziali e, per Fortgang, possono avere un impatto importante sui mercati e l’economia Usa nei prossimi quattro anni (e anche oltre) del mandato presidenziale. Un segnale su come potrebbero evolvere i rapporti commerciali Usa potrebbero essere le anticipazioni di alcuni tra i più vicini consiglieri di Trump, che ha propensione a ritenere gli alti deficit commerciali con l’estero come potenziali segnali di concorrenza sleale e un danno per l’economia d’Oltreoceano. Harris, invece, proseguirà sulla strada di Joe Biden, che si è focalizzato sulla competizione con la Cina (mantenendo i dazi adottati da Trump) e avviato azioni specifiche nel campo degli interscambi (con due cardini: la sicurezza nazionale e il rafforzamento dell’industria locale).
Sotto la lente l’interscambio con Cina ed Europa
Nei rapporti con la Cina, con una vittoria di Trump, gli Usa potrebbero aumentare le tasse all’import su un ampio range di merci cinesi e introdurre ulteriori restrizioni sull’import e sull’export, estendendo tali misure oltre le tecnologie legate all'AI. Con una vittoria di Harris, è improbabile una marcata espansione dei dazi. Le sue politiche potrebbero includere azioni selettive per proteggere la sicurezza nazionale e settori industriali specifici, con potenziali restrizioni sui controlli commerciali simili a quelle riguardanti l’IA. Nei rapporti con l’Europa, con una vittoria di Trump, Washington potrebbe usare la politica commerciale per esercitare pressione sull’Ue, ad esempio per aumentare le spese per la difesa, il che potrebbe portare a una risposta di Bruxelles con ulteriori dazi e a un clima più conflittuale, ostacolando la cooperazione in altri ambiti. Con una vittoria di Harris, è probabile che l'amministrazione mantenga un approccio simile nella collaborazione con i tradizionali alleati, cercando di affrontare le sfide in modo cooperativo.