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Tra gli emergenti spicca il Brasile di Bolsonaro
Superata la crisi in cui è stato immerso il paese nel biennio 2015-2016, l’economia locale ha mostrato chiari segnali di ripresa e le proiezioni messe a punto dal Fondo Monetario Internazionale indicano una crescita economica del 2,5% nel 2019 rispetto all’1,3% stimato dalla stessa istituzione nel 2018.
Una maggiore apertura commerciale, la riforma del sistema previdenziale e quella fiscale, sono alcune delle misure annunciate da Bolsonaro per presentare il suo nuovo piano. A Davos, Bolsonaro ha anche parlato del risanamento dei conti pubblici (che devono fare i conti con un ratio debito/Pil che ha raggiunto il 90% a fine 2018).
Il listino brasiliano ha approfittato del nuovo scenario politico e oggi rappresenta una delle Borse favorite dai gestori nell’universo dei paesi emergenti. La rivalutazione dell’indice domestico raggiunge il 13% se si prende come punto di partenza della performance il giorno (28 ottobre 2018) in cui è stato eletto Bolsonaro a nuovo presidente della Repubblica. Il risultato fin qui maturato consente alle azioni brasiliane di lasciarsi alle spalle il difficile periodo pre-elezioni in cui tutta l’asset class emergente ha dovuto fare i conti la pesante situazione di Turchia e Argentina.
Per quanto riguarda le sorti delle azioni domestiche, gli analisti si dividono tra ottimisti e prudenti in merito al futuro della Borsa brasiliana. I più prudenti sostengono che la correzione di mercoledì scorso (-4%) è indicativa del fatto che la corsa al rialzo è stata troppo intensa e che la dipendenza del trend rialzista dalle riforme è molto forte (il calo è avvenuto nel giorno in cui il Governo ha annunciato che i tempi per la riforma delle pensioni si allungheranno più del previsto).
Le revisioni al ribasso delle variazioni del Pil registrate da molti paesi a causa dell’indebolimento della crescita economica mondiale, non hanno coinvolto il gigante sudamericano. I miglioramenti sul fronte della crescita economica, sommati alla bassa inflazione e ai bassi tassi di interesse, dovrebbero creare un contesto positivo per la crescita degli utili, soprattutto per le società esposte a livello domestico nei settori finanziario e dei consumi. Le valutazioni sono ancora attraenti rispetto alle medie storiche di lungo termine, con utili ancora ciclicamente ridotti. Tutto ciò delinea un outlook positivo per i titoli azionari.
La frammentazione del Congresso di Brasilia può rappresentare uno scoglio sulla strada che dovrebbe portare all’approvazione delle riforme, un passaggio ritenuto fondamentale dagli operatori finanziari per apportare nuova linfa alle potenzialità del Bovespa.
Un altro ostacolo sulla strada delle riforme è costituito dai cambiamenti che il neo presidente intende apportare al sistema del welfare state. Le difficoltà potrebbero essere aggirate con l’introduzione di misure non impopolari come quella che punta a controllare i conti pubblici con l’introduzione di modificazioni al sistema di attualizzazione dei compensi dei funzionari pubblici.
La mancanza di una riforma delle pensioni in Brasile entro la fine del 2019 e un forte calo della crescita cinese (o una recessione globale) sono i rischi principali per il mercato brasiliano da qui in avanti. Mantenere un tetto alla spesa e approvare allo stesso tempo una riforma pensionistica lievemente diluita sono risultati ottenibili che risolleverebbero la fiducia delle imprese e consoliderebbero la ripresa economica in corso.