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Bond: ricerca di rendimenti in un momento di tassi a zero

Ci sono situazioni per comprare nonostante i tassi a zero: i titoli italiani grazie al rating basso del Paese offrono un premio più interessante rispetto a quelli di altri mercati avanzati, ma anche i governativi di Spagna e Grecia si potrebbero rivelare una buona scelta.

07/02/2020
banconote e salvadanaio
Su cosa puntare per un rendimento

Il quadro corrente, infatti, consiglia una scelta oculata dei titoli da mettere in portafoglio perché difficilmente cambierà, almeno fino a quando il costo del denaro rimarrà così basso, se non addirittura negativo (come lo è già per la Bce). Ci sono tuttavia situazioni per comprare. A parte i titoli italiani, che grazie al rating basso del Paese offrono un premio più interessante rispetto a quelli di altri mercati avanzati, sullo stesso ‘binario’ (per quanto riguarda il migliore rapporto sicurezza-rendimento) ci sono i governativi di Spagna e Grecia.

Gli emergenti ‘pagano’ di più

Gli investitori meno conservativi possono invece puntare ai mercati emergenti che, a fronte di una rischiosità più elevata, ‘pagano’ rendimenti più alti. In questo caso gli esperti consigliano di entrare in acquisto durante le correzioni al ribasso dei prezzi e, comunque, sempre diversificando le proprie scelte in modo da ridurre al massimo il rischio. Il prospettato rallentamento dell’economia statunitense nella seconda parte dell’anno (con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali Usa) permette, secondo gli esperti, di disegnare un orizzonte privilegiato per le obbligazioni denominate in valuta locale, destinate a rimbalzare in concomitanza con l’arretramento del dollaro.

La novità di bond ‘verdi’

Di conseguenza i titoli ciclici, ovvero quelli legati a doppio filo alla congiuntura economica, dovrebbero essere pesati in portafoglio con molta prudenza. Anche se, su questo settore, alcuni analisti rilevano migliori prospettive per le emissioni di bond verdi, sociali e sostenibili. In questo segmento, per altro, l’attività di emissione è particolarmente vivace. L’agenzia di rating Moody’s stima che, quest’anno, questo tipo di emissioni aumenteranno del 24% rispetto al 2019, per un ammontare complessivo di 400 miliardi di dollari.

Il rapporto tra i tassi a zero e la pensione

Oggi, comunque, chi investe sul mercato obbligazionario non guarda molto sul lungo termine. Sicuramente, sul breve, la politica monetaria accomodante adottata negli ultimi mesi dalle principali Banche mondiali ha rappresentato un valido stimolo per la crescita economica, ha allontanato lo spauracchio della recessione e ridato ossigeno all’attività industriale e alla domanda. Tuttavia il perdurare di queste condizioni comporta, giocoforza, anche una pensione più bassa. Un problema non di poco conto cui però, se affrontato in tempo, si può trovare la soluzione.

Una valutazione in questo senso di Axa Im, secondo cui “i tassi a zero sono qualcosa di simile al prendere le medicine: nel breve termine ci aiutano a guarire da una malattia, ma a lungo andare hanno serie controindicazioni” che, oltre a comprimere pensioni e consumi, determinano anche “un aumento degli squilibri nella distribuzione della ricchezza”. Dove allocare i nostri risparmi diventa dunque basilare per programmare meglio il futuro, avendo come obiettivo minimo lo stesso tenore di vita da pensionati. Per non sbagliare è consigliabile quindi affidarci a un esperto.

I due pilastri: dinamica demografica e rendimento del capitale

Per capire cosa potrebbe succedere alle future pensioni bisogna sapere che l’assegno previdenziale è legato a due pilastri fondamentali: la dinamica demografica e i rendimenti del capitale accumulato. Su questi due fronti, secondo Axa Im, “le difficoltà non mancano. In generale, l’Europa sta invecchiando in fretta, con l’Italia (ma anche la Germania) in prima fila”. Nel Belpaese, inoltre, non solo il tasso di natalità è sceso sotto quota 1,3 (nuovo record) ma è anche cresciuta l’emigrazione, soprattutto di giovani. Secondo il Censis, tra il 2007 e il 2017 hanno lasciato la Penisola quasi 775mila italiani, la maggior parte (circa 540mila) sotto i quarant’anni.

Queste dinamiche stressano il sistema pensionistico, che con l’invecchiamento della popolazione si trova a dover pagare più pensioni proprio mentre i contributi dei giovani diminuiscono. A questo proposito le soluzioni per risolvere il problema non mancano, come potrebbe essere la scelta della Provincia di Bolzano di varare incentivi per la famiglia, ma vanno messe in campo in fretta. Perché, ha spiegato Alessandro Tentori, chief investment officer di Axa Im, “i risultati arriveranno molto più avanti, quando i ‘nuovi nati’ di oggi inizieranno a lavorare e di conseguenza a versare i contributi previdenziali: quindi non prima di una ventina d’anni”.

La gestione attiva è un’altra opzione

Il secondo pilastro delle pensioni future è quello legato ai rendimenti del capitale accumulato e, va da sé, che i tassi negativi non aiutano. Come investire nella previdenza complementare nell’era dei tassi a zero? “Per aumentare il rendimento atteso bisogna incrementare il rischio con classi di attivo come per esempio l’azionario e l’obbligazionario high yield – continua Tentori - La gestione attiva è un ulteriore strumento di performance, che viene spesso citato insieme alla duration, il cambio, il rischio di credito e la liquidità. Mi aspetto quindi un buon risultato dalla categoria dei flessibili obbligazionari globali in questo particolare contesto macro”.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

tassi bond mercati emergenti diversificazione sicurezza
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