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Bond: sul mercato domina la volatilità
Finché permane l’incertezza sull’andamento dell’inflazione e sulle conseguenti mosse delle Banche centrali, è probabile che la volatilità nel mercato del fixed income persista. Lo stimano gli esperti. Intanto l’offerta di bond legati all’inflazione è diminuita.
Gli investitori sono impegnati a individuare le strategie giuste per gestire la volatilità espressa in questo momento dai mercati finanziari. Il problema è l’inflazione, i cui sviluppi sono poco prevedibili a causa delle molte variabili e perché è una fase storica senza precedenti.
L’instabilità dell’obbligazionario è aumentata proprio mentre le Banche centrali cercano di trovare un equilibrio tra l’obbligo di tenere sotto controllo le tensioni sui prezzi e, comunque, continuare a sostenere la crescita economica. Questo a seguito di un lungo periodo in cui la volatilità dei bond è stata artificialmente soppressa dalle enormi iniezioni di liquidità delle Banche centrali effettuate dopo la crisi globale.
Speculazione sulla velocità di reazione delle Banche centrali
L’inflazione, ha osservato Quentin Fitzsimmons, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV – Global Aggregate Bond Fund, desta preoccupazione in tutto il mondo poiché, in seguito alla fine delle restrizioni dovute al Covid, c’è stata la ripresa della domanda (che ha surclassato l’offerta) che si è combinata con i forti aumenti dei prezzi dell’energia. I mercati hanno reagito speculando sulla velocità con cui le Banche centrali potrebbero ridurre gli acquisti di asset e aumentare i tassi: da qui la volatilità del reddito fisso. Finora, i principali Istituti hanno risposto insistendo sul fatto che ‘guarderanno oltre’ l’aumento dell’inflazione, perché è probabile che essa sia transitoria.
Il difficile equilibrio inflazione-crescita
Tuttavia, secondo il gestore, questa affermazione sta diventando difficile da sostenere, sia per il quadro che si sta formando sia perché le Banche centrali dei Paesi emergenti più piccoli stanno già cedendo alle pressioni (come quelle brasiliana e russa, che hanno entrambe aumentato i tassi rapidamente). Nonostante questo, in generale il dilemma per le Banche centrali resta: se sono troppo lente a reagire alla minaccia dell’inflazione, questa potrebbe andare fuori controllo, se invece agiscono troppo in fretta, rischiano di strozzare la ripresa e di spaventare i mercati. La volatilità attuale risiede tutta qui, con gli investitori che cercano di adeguare le loro aspettative alle mosse delle Banche centrali.
C’è carenza di bond legati all’inflazione
Diventa, quindi, facile prevedere che, finché permarrà l’incertezza sull’inflazione e sulle mosse delle Banche centrali, la volatilità nel fixed income persisterà. Fitzsimmons rileva che gli investitori si stanno affrettando a comprare titoli legati all’inflazione come forma di assicurazione contro il continuo aumento dei prezzi, per poi scoprire che non ce n’è abbastanza per tutti. I Paesi che emettono questo tipo di debito affrontano un problema di passività contingente, nel senso che se l’inflazione sale anche il costo del servizio di quel debito aumenta. Questo è il motivo per cui alcuni Paesi, soprattutto il Regno Unito, sembrano riluttanti a emettere più bond legati all’inflazione, anche se c’è mercato.