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Confcommercio: Misery index peggiora per terzo mese di seguito

12/03/2020

Il Mic, l’indice che misura il disagio sociale sulla base di dati macroeconomici, ha registrato in gennaio un nuovo ulteriore peggioramento. Nel primo mese dell’anno l’indicatore messo a punto da Confcommercio, infatti, si è attestato sui 18,1 punti (+0,3 punti rispetto a dicembre), il peggiore dato degli ultimi nove mesi (maggio 2019). Si tratta, inoltre, del terzo mese consecutivo che l’indicatore si muove in senso negativo e questo, secondo la chiave di lettura di Confcommercio, suggerisce “come la perdurante debolezza del quadro economico cominci a produrre i primi effetti in termini di disagio sociale”. E l’evoluzione che hanno avuto le statistiche congiunturali nel prosieguo non lasciano ben sperare di una inversione di tendenza dell’indice nel breve periodo. 

Emergenza occupazione, bisogna agire subito

Il dato di gennaio, come riporta una nota, “si inserisce in un contesto che già scontava un rallentamento economico e vede oggi un peggioramento legato all’emergere, da fine gennaio, della crisi sanitaria internazionale”. Gli effetti di questa situazione, secondo Confcommercio, “rischiano di essere particolarmente significativi per il nostro Paese, se non si avrà una rapida soluzione, soprattutto in termini occupazionali”. Il pericolo maggiore è dunque che si allarghi l’area del disagio sociale.  

La disoccupazione estesa sale al 13,6%

Secondo Confcommercio, che elabora i dati forniti da Istat e Inps, la nota dolente di gennaio è arrivata, infatti, prevalentemente dal mercato del lavoro: mentre il tasso ufficiale dei senza lavoro è risultato invariato su dicembre (al 9,8% della popolazione attiva), quello della disoccupazione estesa si è attestato al 13,6%, lo 0,1% in più sul mese precedente (peggiore dato dal settembre dello scorso anno).  

Ancora un picco per le ore di CIG: +40,6%

Nel dettaglio, includendo una parte dei sottoccupati tra i disoccupati, fermo restando il complesso delle persone presenti sul mercato del lavoro, il quadro si conferma meno favorevole, con un tasso di disoccupazione pari all’11,3%. All’interno dei disoccupati, precisa la nota di Confcommercio, la componente relativa ai sottoccupati si conferma stabile in termini congiunturali e in moderata diminuzione nel confronto annuo. Anche a gennaio di quest’anno, in linea con il trend che ha preso origine nel corso del 2019, le ore autorizzate di CIG hanno registrato su base annua un sensibile aumento: +40,6%.  

Calano gli scoraggiati nella ricerca di lavoro

Per quanto riguarda le ore di CIG effettivamente utilizzate destagionalizzate e ricondotte a ULA il trend, sia mensile sia annuale, è di incremento decisamente più contenuto: sulla base del permanere di una quota di utilizzo delle ore richieste lievemente inferiore rispetto al 2019. Dal lato degli scoraggiati a fronte di un’invarianza sul mese precedente, nel confronto con gennaio del 2019 si evidenzia una diminuzione. Il combinarsi di queste dinamiche, come detto, ha portato a un aumento, su base mensile, di un decimo di punto del tasso di disoccupazione esteso e a una riduzione di otto decimi di punto nel confronto annuo. 

+1,3% i prezzi di beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto

Nello stesso mese i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto, il secondo cardine che contribuisce alla formazione dell’indice Mic, sono aumentati dell’1,3% su base annua, in accelerazione rispetto all’1% registrato a dicembre. In termini mensili, stando alle statistiche, si tratta dello spunto più ampio dell’ultimo anno.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

coronavirus confcommercio misery index indice prezzi
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