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Fmi: il Covid brucia 3mila miliardi di Pil
La pandemia per il Pil europeo ha rappresentato una perdita di 3mila mld di dollari. Lo stima l’Fmi, secondo cui senza gli aiuti politici e monetari il risultato sarebbe stato più devastante. Rimane alta l’incertezza e il Fondo auspica che gli aiuti non vengano ritirati.
L'impatto economico della pandemia è stato enorme in Europa e il suo recupero si preannuncia irregolare e comunque parziale. La valutazione è contenuta nel recente ‘Regional Economic Outlook’ sull'Europa del Fondo Monetario Internazionale, dove si traccia anche il bilancio sociale: oltre 240mila persone morte, milioni di contagiati (proprio in questi giorni sia in Francia sia in Spagna è stata superata la soglia del milione), perdita degli affetti familiari, gravi interruzioni nel mondo del lavoro e drammatiche ripercussioni nella vita quotidiana di ciascuno. E le prospettive non lasciano sperare che la situazione possa migliorare presto, a causa delle troppe incognite che sono sulla strada della ripresa.
Outlook molto incerto, altro choc con Brexit senza intesa
L’outlook, sottolinea l’Fmi, è eccezionalmente incerto, con il ritorno che vediamo in questo momento delle infezioni in tutto il Vecchio continente, che rappresenta forse il più grande rischio. Non di meno, aggiunge la nota, anche una Brexit senza accordo aggiungerebbe un altro choc, potenzialmente considerevole, a una congiuntura europea ancora in piena pandemia. In Europa, dunque, secondo il Fondo “i rischi rimangono significativi” e per questo “le politiche devono continuare in modo risoluto a sostenere la ripresa”. Per l'Europa stima una crescita nel 2021 del 4,7%, meno del 6,3% previsto prima della pandemia. Senza l’efficace risposta vista finora la ripresa risulterebbe ancora più rallentata.
Pil Italia: atteso -10,6% quest’anno e +5,2% nel prossimo
La prevista contrazione dell’economia europea implica una perdita di quasi 3000 miliardi di dollari e molte di queste perdite non saranno recuperate nel medio termine. Il rimbalzo del 2021 sarà parziale rispetto al -7% atteso per il 2020, che rappresenta il peggiore dato del Continente dalla Seconda guerra mondiale (e comunque migliore rispetto al -8,5% che il Fondo aveva indicato a giugno). I più colpiti sono i Paesi più avanzati, un gruppo di cui fanno parte Francia, Italia, Portogallo, San Marino, Spagna e Regno Unito, per i quali l'attività economica è prevista contrarsi di circa il 10%. Per il nostro Paese l’Fmi stima un calo del Pil del 10,6% per quest’anno e un rimbalzo del 5,2% nel prossimo.
La risposta politico-monetaria ha evitato risultato più devastante
Una risposta politica e monetaria senza precedenti, sia in rapidità sia in scala, ha impedito un risultato più devastante. Questi interventi hanno infatti contribuito ad evitare una recessione ancora più profonda e cicatrici economiche di lunga durata su tutta l’economia. Senza questi aiuti il Pil dell’Europa sarebbe sceso quest’anno di altri 3-4 punti percentuali in più. Per fare solo un esempio: l’Fmi stima che almeno 54 milioni di posti di lavoro a un certo punto siano stati sostenuti da programmi di mantenimento del lavoro in Europa. Ciò ha tenuto a galla molte famiglie e molte imprese in questi tempi difficili. Anche le politiche a livello Ue hanno fatto la differenza.
Fare il possibile per confermare gli stimoli
Ma ora non bisogna ritirare prematuramente gli stimoli e ripetere l’errore compiuto ai tempi della crisi globale (2007-2013): è il momento invece di progettare riforme che spingano la produttività. C’è bisogno, secondo l’Fmi, di politiche che aiutino a trasformare l'economia Ue per raccogliere i benefici della digitalizzazione e mitigare il cambiamento climatico. Inoltre i sistemi sociali possono essere migliorati e resi più robusti. E, guardando alle ripercussioni del coronavirus sulle persone, l’Fmi sostiene che i politici debbano anche affrontare il probabile forte aumento della diseguaglianza, soprattutto perché giovani, donne e i meno istruiti sono stati colpiti in modo sproporzionato.