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SWG: s’impenna l’ansia degli italiani per il Coronavirus
Il moltiplicarsi dei contagi di coronavirus delle ultime settimane ha fatto fare un balzo alle preoccupazioni degli italiani circa le attività quotidiane, di essere infettati, di perdere il proprio posto di lavoro. C’è un aumento del senso di povertà in tutto il Paese.
La seconda ondata della pandemia da coronavirus è arrivata: crescono in modo esponenziale i contagi, in molti casi la scuola va a intermittenza con la didattica a distanza, siamo nel pieno di un lockdown 'soft'. Insomma, è diventata più comprensibile la fortissima crescita dell’ansia degli italiani nei confronti del coronavirus e, come emerge dalla ricerca di SWG, la quota di soggetti preoccupati per la pandemia è plebiscitaria: ben il 37% si dice molto in apprensione, una percentuale (che era al 30% a inizio ottobre) che avvicina il picco del 45% toccato a marzo.
Torna il timore per le attività quotidiane
Il senso di incertezza è pervasivo (tocca il 60% del paniere), mentre salgono anche la paura (passata al 27% dal 19% rilevato in luglio), il senso di vulnerabilità (al 30% dal 24% di settembre) e la rabbia che, espressa da oltre un cittadino su quattro, raggiunge il top dallo scorso marzo. A questa situazione emotiva – secondo il Radar di SWG - si associa un incrinato senso di sicurezza nello svolgere le attività quotidiane, tornata ai livelli del lockdown. Per esempio, la quota di chi si sente sicuro andando a fare la spesa è scesa al 67% dal 71% di luglio, mentre sono crollate le quote di chi lo pensa andando a fare visita a parenti e amici (al 61% dal 70%), a prendere un caffè al bar (al 51% dal 62%) o spostarsi in un’altra regione (al 50% dal 59%).
La preoccupazione di possibili licenziamenti
Un quadro palesemente peggiorato in pochissime settimane, se si considera che è stato accompagnato da una crescita del timore di perdere il lavoro (il 55% ritiene possibili licenziamenti nella propria impresa, contro il 51% di settembre). Tale quadro si rispecchia anche nel giudizio sulle misure sanitarie (con riferimento a quelle in vigore fino al 18/10): per il 43% sono adeguate, ma un 40% di cittadini ne invoca di più restrittive, più severe e solo il 12% le definisce esagerate, dettate da un eccesso di prudenza.
Il senso di povertà
Il rischio di perdere il lavoro incide anche su come gli italiani percepiscono il disagio sociale, preoccupati per l’impatto della pandemia. I dati che emergono dalla ricerca sono un segnale d’allarme non trascurabile: il 19% dei cittadini ritiene di essere in una condizione di vulnerabilità e che potrebbe diventare povero. Per questo la maggioranza dei cittadini (55%) ritiene urgente affrontare il problema della povertà, pur consapevoli che non si tratta di una reazione alle conseguenze del coronavirus (visto che lo stesso risultato è stato rilevato già nel 2016).
La maggioranza per una riforma del Reddito di cittadinanza
Riguardo agli interventi da mettere in atto per ridurre la fascia di famiglie in difficoltà prevale una linea non assistenziale. Le prime due preferenze sono, infatti, il taglio dei sussidi abusivi o per chi non cerca un’occupazione (44%) e il rafforzamento dei servizi di supporto all’incontro tra domanda e offerta di lavoro (27%). In quest’ottica si inserisce una crescente quota, oramai largamente maggioritaria (76%), di voci critiche nei confronti del Reddito di cittadinanza, per il quale tuttavia non viene chiesta la mera abolizione (appena il 21%), ma piuttosto un potenziamento (31%) oppure la sostituzione con uno strumento più efficace (33%).
Gli incentivi favoriscono i mercati dell’auto e della casa
La ricerca svolta da SWG a metà ottobre ha paradossalmente rilevato una sostanziale tenuta della capacità di spesa degli italiani: il 39% ha dichiarato di spendere di meno oggi rispetto a prima della pandemia, ma è ben il 51% a prevedere una riduzione nel prossimo futuro. La generica contrazione della spesa prevista si accompagna però a una sostenuta volontà di non rinunciare ai progetti importanti: quali casa, auto e investimenti, segnale dell’effetto virtuoso degli incentivi in essere e in agenda. Spiccano quindi i progetti di chi vuole ristrutturare la propria abitazione (+17% la differenza tra chi lo farà e chi ha rinunciato) per sfruttare il super-bonus del 110%, chi vuole beneficiare dell’eco-bonus per cambiare l’auto (+16%) o chi ha intenzione di comprare una nuova casa (+10%) per cogliere l’attimo favorevole dei bassi tassi di interesse.