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Fondi: la raccolta inverte la rotta e torna in positivo
Nel terzo trimestre ancora buoni risultati per i fondi italiani, con una raccolta netta di 2,8 miliardi, mentre i cross-border hanno invertito la tendenza negativa dei trimestri precedenti. Ancora brillanti i flussi sui fondi obbligazionari. Limitano i danni azionari, bilanciati e flessibili.
L’industria del risparmio gestito registra una svolta: nel terzo trimestre, la raccolta torna su un terreno positivo e, in un solo colpo, cancella i massicci deflussi che hanno caratterizzato la prima parte dell’anno. Tra luglio e settembre, le sottoscrizioni nette ammontano a 19,3 miliardi di euro, in contrapposizione ai 7 miliardi di uscite registrati nel secondo trimestre. Così, grazie a questo spunto, il bilancio dei primi nove mesi del 2024 si chiude con afflussi complessivi per 8,1 miliardi di euro. Nello stesso periodo, il patrimonio complessivo è salito ulteriormente a 2.463 miliardi di euro, dai 2.373,6 miliardi segnati a fine giugno.
Tre fattori hanno alimentato la svolta dei fondi aperti
Questi risultati, come emerso dai dati definitivi di Assogestioni per il terzo trimestre, sono stati supportati anche da un effetto di mercato positivo, stimato dall'Ufficio Studi dell'Associazione in un +2,8%: performance di cui hanno beneficiato tutti i prodotti. Ancora sotto i riflettori il segmento dei fondi aperti, oggetto della maggiore partecipazione da parte dei risparmiatori, le cui masse gestite sono aumentate grazie a tre fattori: in primo luogo, c'è una raccolta netta per 7,4 miliardi. In secondo luogo, c’è il significativo contributo del mercato, pari a un incremento di quasi 30 miliardi (+2,5%). Infine, c’è anche un piccolo effetto derivato dall’allargamento del perimetro con l'ingresso di un nuovo gruppo nella statistica, che ha portato circa 2 miliardi.
Dalla nota di Assogestioni emerge che nel terzo trimestre le gestioni collettive collezionano una raccolta netta per 8,66 miliardi (-1,8 miliardi nel precedente trimestre), che portano il saldo da inizio anno a +5,5 miliardi. Nel periodo, le gestioni di portafoglio chiudono con flussi netti per 10,6 miliardi (-5,2 miliardi), per un saldo da gennaio pari a 2,6 miliardi di euro.
Inversione di tendenza in ritardo rispetto al mercato
La soddisfazione per il risultato è stata espressa dal direttore dell’Ufficio Studi, Alessandro Rota, il quale ha sottolineato come la raccolta del terzo trimestre abbia più che compensato i deflussi accusati nel primo semestre 2024. La radicale inversione di tendenza, ha aggiunto, arriva in maniera un poco ritardata rispetto al positivo andamento manifestato dai mercati finanziari, del quale hanno potuto beneficiare comunque gli investitori che, nel frattempo, sono rimasti ‘‘investiti’’. Per quanto riguarda le singole tipologie di prodotto, la nota di Assogestioni sottolinea come i fondi italiani nel terzo trimestre abbiano registrato una raccolta di 2,8 miliardi. Su un terreno positivo sono finiti anche i fondi cross border (+3,5 miliardi) e roundtrip (+1,1 miliardi).
Fondi italiani ancora in grande spolvero
In particolare, i fondi italiani allungano la serie positiva a oltre quattro trimestri, mentre i fondi cross border e i roundtrip mettono a segno una netta inversione di tendenza rispetto al segno negativo che li aveva accompagnati sin dall’inizio dell’anno. I dati sulla raccolta per canale mostrano invece che le reti dei consulenti finanziari hanno registrato una crescita continua di trimestre in trimestre. Al contrario, il settore degli investitori istituzionali ha avuto un andamento negativo, a causa della zavorra rappresentata dai prodotti assicurativi sottostanti. Per quanto riguarda le diverse categorie di fondi, il panorama dei fondi aperti riflette l'andamento dei trimestri precedenti.
I fondi azionari e bilanciati limitano la fuga
Uno sguardo alle classi di attività rivela il continuo successo degli obbligazionari, che chiudono il terzo trimestre con sottoscrizioni nette per 9,88 miliardi (10,68 miliardi nei precedenti tre mesi), che portano a +37,75 miliardi il saldo accumulato dall’inizio dell’anno. Nel periodo, invece, frena la fuga sia dai fondi azionari (-2,71 miliardi dopo i -5,4 miliardi accusati nel secondo trimestre, con -13,9 miliardi il saldo da gennaio) sia dai bilanciati (rispettivamente -1,3 miliardi, -6 miliardi e -13,9 miliardi di euro). Si conferma ancora una volta la disaffezione per i flessibili (-2,1 miliardi, -3,4 miliardi e -13,2 miliardi da inizio 2024), mentre c’è la riscoperta dei fondi monetari (+2,3 miliardi, -525 milioni e 1,6 miliardi di euro).