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Mercarti emergenti: il debito torna sotto i riflettori

Il debito emergente al centro dell’attenzione: questi Paesi da un lato incorporano la politica falco prospettata nei Paesi avanzati e, dall’altro, le loro Banche centrali hanno già alzato i tassi per rispondere all’inflazione. C’è valore in Brasile, Russia, Messico, Indonesia e Sudafrica.

10/03/2022
grafici e dati colorati
Analisi sul debito dei mercati emergenti

Lo scenario di medio periodo per i mercati finanziari è segnato da alcune incertezze: le politiche di alcune tra le principali Banche centrali orientate al rialzo, le aspettative di crescita vicine al picco, le pressioni inflative che sono più insistenti delle stime. Eppure, nonostante queste incognite, il contesto sta iniziando ad avere un impatto meno negativo su molte obbligazioni e valute dei mercati emergenti che, infatti, finora hanno mostrato una certa resilienza di fronte all’aumento dei rendimenti dei bond dei Paesi sviluppati e alla debolezza delle Borse. È quanto rileva Abdallah Guezour, head of emerging market debt/commodities di Schroders, che si chiede se l’apparente resilienza possa essere un segno precoce che la sottoperformance degli asset emergenti sia finita.

Gli emergenti incorporano già la politica falco degli avanzati

La risposta è negativa: l’esperto ritiene che il debito emergente offra ancora valore, soprattutto nell’obbligazionario in valuta locale, nelle valute stesse e in alcuni segmenti del mercato del debito denominato in dollari. In particolare, spiega, i mercati emergenti - per vari motivi - sono oggi in una buona posizione per resistere alle difficili condizioni di liquidità e inflazione globali. La rapida riduzione della liquidità globale (la cui crescita è passata dal 10% del novembre 2020 al 3,6% di fine 2021) è stata infatti già assorbita in larga misura dai bond dei mercati emergenti, dato il loro forte re-pricing registrato l’anno scorso. Potrebbe essere anche possibile, secondo Guezour, vedere una certa stabilizzazione dell’offerta di denaro a livello globale.

Il rallentamento della ripresa è temporaneo

Una seconda sfida cui dovranno far fronte i mercati emergenti è il rallentamento delle aspettative di crescita globale, tenuto conto che il ciclo ha potenzialmente già toccato il suo picco. Il colpo di freno dell’economia potrebbe essere però temporaneo, per lo più legato alla variante Omicron e alle disruption nelle catene di approvvigionamento. A conti fatti, la ripresa dell’impulso al credito, la solidità del lavoro e la domanda repressa accumulata durante la pandemia dovrebbero quindi continuare a sostenere la crescita. Nello specifico, l’esperto si aspetta un certo rimbalzo in un numero di Paesi emergenti dove il Covid ha ostacolato la ripresa nel 2021, sulla scorta di segnali che la sottoperformance degli emergenti rispetto agli Usa stia destinata a finire.

Le politiche degli emergenti in anticipo sull’inflazione

Altra incognita è l’inflazione, che non sembra avere raggiunto il suo apice perché i prezzi delle commodity dovrebbero continuare ad alimentare le tensioni nel breve. Diversi mercati obbligazionari emergenti in valuta locale, pur con questo scenario, sono ben posizionati per resistere a queste tensioni: in alcuni Paesi chiave dell’area, dove le Banche sono già a buon punto nella normalizzazione delle politiche, i rendimenti governativi iniziano a offrire valore. Infatti, a differenza dei Paesi sviluppati, un certo numero di Banche centrali emergenti ha già agito in risposta al rialzo dell’inflazione. Il ciclo di inasprimento è già avanzato in Paesi come Russia, Brasile e Messico, che iniziano a mostrare anche segnali di picco sul fronte delle tensioni inflative.

Valore in Brasile, Russia, Messico, Indonesia e Sudafrica

Nella stessa direzione si sono mosse anche le Banche centrali di Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia, portando a un’impennata dei rendimenti obbligazionari dell’Europa centrale, dove gli spread del debito locale rispetto ai Bund sono saliti ai livelli più alti dalla crisi del debito dell’Eurozona. Questo progresso nella normalizzazione della politica monetaria, combinato con rendimenti obbligazionari reali interessanti, secondo Guezour, ha creato sacche di valore nei tassi locali dei mercati emergenti, come in Brasile, Russia, Messico, Indonesia e Sudafrica. Per le valute dei Paesi esportatori di materie prime è atteso il supporto da tassi di cambio reali attraenti, dalla stabilità delle partite correnti, dall’apprezzamento delle commodity e da un carry attraente.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

mercati emergenti debito schroders
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