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Mercati: dove trovare i rendimenti oltre la liquidità
I bond private investment grade offrono rendimenti stabili a lungo termine, con un basso tasso di default. Anche gli high yield sono interessanti, grazie a un recupero medio del 40% in caso di insolvenza. Questi strumenti possono essere meno rischiosi della liquidità nel lungo periodo.
Nell’ultimo periodo, molti investitori hanno diretto buona parte del loro capitale verso la liquidità, attirati dagli elevati tassi (5% negli Usa e nel Regno Unito e 4% in Europa). Dietro questo netto cambiamento rispetto ai tassi praticamente nulli del passato decennio, c’è il fatto che oggi il "cash" rappresenta non solo una riserva di liquidità e di valore nominale ma, di recente, ha anche offerto un rendimento reale positivo. Sebbene i suoi rendimenti siano interessanti rispetto a quelli di altre asset class, non è esatto considerare la liquidità uno strumento a basso rischio come sembra. Gli investitori in cerca di rendimenti possono infatti trovare, secondo Harry Goodacre, Strategist di Strategic Research Unit di Schroders, opzioni che mitigano i rischi della liquidità senza aumentare troppo il rischio complessivo del portafoglio.
Rischi modesti nell’obbligazionario
Per "congelare" nel tempo i rendimenti correnti, bisogna accettare comunque qualche rischio, ma meno di quanto ci si possa aspettare. La liquidità garantisce un rendimento superiore all’inflazione, ma ciò potrebbe essere temporaneo, visto che le Banche centrali stanno aspettando che le tensioni scendano per ridurre i tassi. Così, i rendimenti della liquidità sono destinati a calare, in sintonia con l’inflazione. Per gli investitori a lungo termine, sottolinea l’esperto, la liquidità non garantisce dunque rendimenti stabili. I tassi cambiano infatti nel tempo, mentre i bond offrono stabili rendimenti per periodi più lunghi. I bond societari investment grade, per esempio, pagano il 5-6% con durata media di 9 anni e hanno un basso tasso di default (0,1% annuo). Anche i bond high yield, pur con un tasso di default del 4%, risultano interessanti, poiché in caso di insolvenza si recupera in media il 40%.
L’opzione Borsa
Alla luce di perdite - assai potenzialmente modeste - si può sostenere, secondo Goodacre, che questo asset class può essere per gli investitori di lungo termine (rispetto ai timori legati alla volatilità di breve periodo) una valida opzione da mettere in portafoglio. Un ragionamento che, come visto, riguarda anche la fascia high yield, grazie all’alta percentuale di recupero. Altra scelta che un investitore ha per stabilizzare i rendimenti è la strada della Borsa, considerato che sul lungo termine ha offerto rendimenti superiori all’obbligazionario, che a sua volta ha comunque "pagato" meglio della liquidità. Su un arco temporale più breve, l’andamento dei tre mercati, naturalmente, può variare con più facilità e non è scontato che, nel caso di cadute, ci sia dietro l’angolo una pronta risalita.
Quanto hanno pagato negli ultimi 5 anni le azioni e i bond
Comunque, le performance registrate negli ultimi cinque anni possono dare un’idea più precisa dei rendimenti pagati dai tre mercati. Per quanto riguarda le azioni, in questo periodo hanno pagato circa il 12% (il 7% circa negli ultimi 50 anni). Anche il rendimento riconosciuto dalle obbligazioni a lungo termine (come quelle a 20 e a 50 anni) ha superato l’inflazione, mentre questo ragionamento vale meno sui periodi più brevi (perché hanno sofferto l’innalzamento dell’inflazione e, di riflesso, dei tassi d’interesse). In un discorso più generale, i bond private hanno "battuto" l’inflazione meglio dei titoli di Stato. Alcuni studi hanno evidenziato come – per ogni frazione di 20 anni (dal 1926) – le azioni hanno performato meglio dell’inflazione. Insomma, secondo Goodacre, anche se gli investimenti in Borsa possono essere rischiosi nel breve termine, nel lungo periodo, come abbiamo visto, hanno reso più della liquidità, considerando l’inflazione.
Il fattore volatilità
A queste considerazioni bisogna fare la tara alla volatilità, tenuto conto che oggettivamente le azioni sono più soggette a fluttuazioni rispetto alle obbligazioni, le quali a loro volta sono più instabili della liquidità. Tuttavia, secondo il suggerimento dello strategist, gli investitori a lungo termine non dovrebbero reagire impulsivamente alla volatilità della Borsa. Anche perché, spiega, chi guadagna dai dividendi dovrebbe mettere in secondo piano i cali temporanei dei prezzi delle azioni, poiché le aziende raramente riducono i dividendi. Allo stesso modo, gli investitori interessati nel reddito potrebbero non risentire direttamente delle momentanee difficoltà aziendali. In definitiva, la liquidità offre sicurezza nominale ma è più soggetta al rischio di reinvestimento rispetto alle obbligazioni, che bloccano i tassi d'interesse elevati per periodi più lunghi.