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Mercati: l’effetto di una vittoria di Trump sull’economia Usa

Trump potrebbe aumentare i dazi, fino al 60% sull’import essenziale dalla Cina e una tariffa base del 10% sul resto del mondo. Sono misure che potrebbero essere usate come minacce per ottenere concessioni commerciali più favorevoli, causando comunque un forte shock inflativo.

08/08/2024
donald trump con bandiera sullo sfondo
Analisi di Schroders su un'eventuale vittoria di Trump alle elezioni Usa

Lo scenario per la conquista della Casa Bianca è molto cambiato dopo il ritiro del Presidente Biden dalla corsa presidenziale, il quale ha appoggiato la Vicepresidente Kamala Harris che è la nuova candidata del partito democratico. L’attenzione dei mercati si sposta già sul compagno di corsa di Harris, con i governatori degli Stati più combattuti visti come candidati principali. Tuttavia, benchè le probabilità che i Democratici mantengano la Casa Bianca siano leggermente migliorate (perché Harris potrebbe cambiare la narrazione delle elezioni), Donald Trump sembra ancora il favorito, tenuto conto che il recente mancato attentato ha dato slancio alla sua campagna.

Curve dei rendimenti più ripide

Alla luce del vantaggio che mantiene Trump nei sondaggi, George Brown, Senior Us Economist di Schroders, ha cercato di mettere a fuoco le eventuali ripercussioni economiche nel caso di un suo ritorno alla Casa Bianca. Intanto, segnala che le curve dei rendimenti sono diventate più ripide a causa delle aspettative proprio di una vittoria di Trump, il quale – nel caso tornasse Presidente – con una vittoria schiacciante potrebbe avere libertà sugli stimoli fiscali. La sua agenda protezionistica potrebbe avere effetti inflativi, con tariffe elevate sull’import, in particolare dalla Cina. Tuttavia, secondo Brown, Trump potrebbe non applicare tali tariffe in modo completo, usando invece la minaccia per ottenere concessioni commerciali più favorevoli.

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La prospettiva di un aumento dei dazi all’import

Trump, durante il suo primo mandato, ha giustificato l’aumento delle tariffe doganali (in base ai poteri della cosiddetta Sezione 232) citando problemi di sicurezza nazionale. A questo proposito, la Cina è la più colpita, con un dazio medio applicato sull’import salito dal 3% a quasi il 20%. Questa volta Trump, nel caso fosse rieletto, ha proposto di innalzarlo al 60% e, progressivamente, di eliminare tutte le importazioni di beni essenziali dalla Cina. A completare questo punto, l’import statunitense dal resto del mondo sarebbe soggetto a una tariffa di base del 10%. Se queste misure saranno attuate, secondo Brown, rappresenteranno un forte shock inflazionistico per il Paese. Ma, verosimilmente, potrebbe invece usarle come "minaccia" per sfruttarle in modo mirato.

Dollaro, le nuove rotte commerciali raffreddano l’inflazione

Il rischio inflazione, secondo l’economista, potrebbe essere smussato da tre fattori: dal probabile apprezzamento del dollaro (in particolare nel rapporto col renmimbi, visto che Pechino con tutta probabilità proseguirà nella svalutazione), dai maggiori margini di profitto delle imprese (che ammortizzerebbero i maggiori costi all’import) e, infine, da un possibile cambiamento (a favore di Paesi più convenienti) delle rotte commerciali. Altro cardine della campagna di Trump è una lotta all’immigrazione, che rischia però di peggiorare la scarsità di manodopera in un mercato del lavoro già molto rigido (soprattutto in quei settori molto dipendenti dai lavoratori stranieri, come l'agricoltura e l'edilizia). Ci sarebbe sui salari un probabile effetto inflativo.

Fisco agevole e deregolamentazione per far correre l’economia

Nonostante questi aspetti negativi, le politiche di Trump, come le agevolazioni fiscali e la deregolamentazione, potrebbero stimolare la crescita economica e compensare le ricadute dell’inflazione e di un mercato del lavoro meno brillante. Brown prevede che, con Trump, l'economia degli Stati Uniti crescerà del 2,2% nel 2025, del 2,7% nel 2026, per rallentare nel 2027 al 2,3% proprio a causa dell'inflazione. Uno dei settori maggiormente beneficiari del piano di deregolamentazione di Trump è quello energetico. Trump, a questo proposito, si è impegnato a sbloccare i permessi per trivellazioni e locazioni, a eliminare i limiti sull’export di gas naturale e a cancellare le norme sulle emissioni dei veicoli che – secondo la legge corrente - entreranno in vigore nel 2032.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

mercati trump biden kamala harris
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