- SEI UN CONSULENTE FINANZIARIO AUTONOMO?
- Scopri i vantaggi del nostro servizio
Petrolio: nel 2022 tornerà a puntare al ribasso
Il greggio è atteso in ribasso perché, secondo gli esperti, aumenterà l’offerta a fronte di un fisiologico calo della domanda. Dalla primavera, infatti, la domanda di riscaldamento diminuirà, le scorte saranno ricostituite e verranno meno i fattori che hanno irrigidito il mercato del gas.
A far rientrare i prezzi del petrolio contribuirà la stessa dinamica dei prezzi. Lo sostiene Shinwoo Kim, portfolio manager di T. Rowe Price, secondo cui non è la prima volta che succede: le quotazioni del greggio, così come quelle di altre materie prime, tendono a superare i limiti al ribasso per disincentivarne la produzione quando c’è uno shock negativo della domanda e poi rimbalzano, temporaneamente, a livelli artificialmente alti quando la domanda si riprende, in modo - a sua volta - da stimolare una risposta dell’offerta e riequilibrare così il mercato.
La storia dovrebbe ripetersi anche questa volta, in una ripresa economica globale: è improbabile che i prezzi del petrolio più alti si dimostrino sostenibili e, secondo Kim, a un certo punto, nel 2022, dovrebbero iniziare a scendere sui livelli medi del ciclo.
Lo squilibrio temporaneo tra domanda e offerta
Ad ottobre 2021 i corsi del West Texas Intermediate (WTI), il petrolio di riferimento del Nord America, sono balzati sopra 80 dollari al barile, nuovo massimo dal 2014, di riflesso al disallineamento che si era creato tra la forte ripresa della domanda di energia (grazie alla riapertura delle attività) e il tempo necessario all’industria petrolifera per aumentare la produzione. L’impennata dei prezzi ha alimentato un forte rally dei titoli energetici e ha contribuito significativamente ad alimentare le spinte inflazionistiche, che colpiscono sia i prezzi al consumo sia i costi di produzione. Sebbene gli esperti di T. Rowe Price vedano il rischio potenziale di un ulteriore rialzo delle quotazioni del petrolio nel prossimo trimestre o due, sono convinti che il mercato delle materie prime resterà ribassista nel lungo periodo.
Potenziale rialzista solo di breve periodo
La volatilità domina il mercato, come dimostra l’ampio scivolone del WTI a fine novembre, sotto i 70 dollari (accusando la peggiore seduta dall’aprile 2020 e perdendo in un mese quasi il 21%) per poi rimbalzare parzialmente. Kim non crede che i fondamentali supportino un quadro rialzista di lungo periodo per il greggio, mentre ritiene che abbia potenziale per rimanere elevato solo nel breve per il lento recupero della produzione dei livelli pre-pandemia e per il rincaro del gas (che lo rende più competitivo per generare elettricità).
Tuttavia, quando in primavera la domanda di riscaldamento diminuirà e i fattori che hanno irrigidito il mercato del gas cominceranno a diminuire, i livelli delle scorte si ricostituiranno e i prezzi si normalizzeranno, riducendo l’attrattiva del greggio come combustibile sostitutivo.
Negli USA aumentano gli impianti di perforazione petrolifera
La chiave di lettura che vuole che le imprese energetiche abbiano ridotto gli investimenti nello sviluppo del settore tradizionale a favore delle fonti di energia alternative, dando impulso ai corsi del greggio, sembra avere poco fondamento. I dati, secondo Kim, suggeriscono infatti il contrario. Le emissioni di debito e gli spread del credito indicano che gli emittenti energetici high yield continuano a godere dell’accesso ai mercati dei capitali, nonostante la maggiore sensibilità del mercato ai fattori ESG.
Inoltre, c’è un dato oggettivo: il numero degli impianti di perforazione petroliferi USA è aumentato a un ritmo simile a 2016 e 2017, quando l’attività di perforazione ha iniziato a rimbalzare da un ciclo discendente guidato dall’aumento della produzione di scisto e dalla decisione dell’Opec di non tagliare l’offerta.
Dal boom dello shopping online atteso lo slancio della carta
La configurazione rischio/rendimento (alla luce delle elevate quotazioni) è ritenuta dall’esperto sfavorevole per l’universo delle risorse naturali e, per questo, suggerisce selezione negli investimenti nel settore energetico e minerario. Per contro, apprezza i prodotti chimici speciali, in quanto ritiene che il settore dovrebbe beneficiare a lungo termine del calo dei prezzi delle commodity.
Opinioni favorevoli anche per i settori in cui una curva dei costi di incentivazione in aumento può far salire i prezzi delle materie prime, migliorando i margini di profitto dei produttori. Per esempio, nei prossimi tre-cinque anni, è attesa la crescita della domanda legata allo shopping online e la crescente sostituzione degli imballaggi di plastica a favore della carta saranno un propulsore per i produttori di cartone.