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Prestiti: continuano a crescere quelli ai privati
In agosto i prestiti concessi al settore privato sono aumentati complessivamente dell’1,8 per cento, mentre quelli alle famiglie sono aumentati del 3,7 per cento. Nello stesso mese, secondo i dati di Banca d’Italia, i tassi applicati ai mutui per l’acquisto di case sono saliti all’1,84 per cento.
I prestiti concessi al settore privato continuano a crescere nel nostro Paese, sostenuti da un clima più sereno sia sul fronte dell’economia sia per quanto riguarda il quadro pandemico. La tendenza positiva, seppur in rallentamento, è comunque un segnale incoraggiante per il mercato del credito in vista dell’ultima parte dell’anno. In agosto, secondo il report ‘Banche e moneta: serie nazionali’ di banca d’Italia, i finanziamenti al settore privato, corretti per tener conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci bancari, sono cresciuti dell’1,8 per cento sui dodici mesi (+2,1 in luglio).
+3,7% i finanziamenti alle famiglie
In particolare, i prestiti alle famiglie nel mese sono aumentati del 3,7 per cento sui dodici mesi (+3,8 nel mese precedente) e quelli alle società non finanziarie sono cresciuti dell’1,2 per cento (+1,8 nel mese precedente). Nel frattempo, I depositi del settore privato sono cresciuti dell’8,1 per cento sui dodici mesi (+9,3 in luglio). La raccolta obbligazionaria è scesa del 6,1% tendenziale (-5,2% in luglio). Le sofferenze sono diminuite del 19,5% sui dodici mesi (in luglio la riduzione era stata del 17,2%). La variazione, precisano in Via Nazionale, può risentire dell’effetto di operazioni di cartolarizzazione.
Sprint all’1,84% i tassi applicati sui mutui
Nel mese di agosto i tassi di interesse applicati sui prestiti erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, TAEG) si sono collocati all’1,84 per cento, con un’accelerazione più marcata rispetto al trend registrato negli ultimi mesi (contro l’1,75 per cento segnato in luglio). In salita anche i tassi d’interesse applicati sulle nuove erogazioni di credito al consumo, saliti a loro volta – secondo l’ultima rilevazione di Banca d’Italia - all’8,05 per cento dal 7,94 per cento registrato nel mese precedente. I tassi sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari all’1,07 per cento (1,05 in luglio), quelli per importi fino a 1 milione di euro sono stati pari all’1,78 per cento, mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia si sono collocati allo 0,64 per cento. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,31 per cento (stabile rispetto al mese precedente).
I titoli di Stato nei portafogli delle banche
Per quanto riguarda i titoli in portafoglio emessi da residenti in Italia (diversi da azioni e partecipazioni), le banche italiane nel mese di agosto possedevano titoli di Stato italiani per un ammontare di 428,42 miliardi di euro in aumento dai 426,87 miliardi di luglio. Si conferma che buona parte di questo portafoglio, secondo le tabelle di Banca d’Italia, è rappresentata dai Btp: ad agosto sono ammontati a 306,09 miliardi (306,97 miliardi del mese precedente). Al secondo posto della classifica ci sono i Cct (78,93 miliardi contro 78,15 miliardi). I Bot detenuti ammontavano a 11,99 miliardi (10,68 miliardi) e i Ctz a 11,89 miliardi (11,46 miliardi).
La ripresa dei consumi delle famiglie
Il mercato del credito si conferma quindi in buona saluta anche nel mese di agosto, sostenuto dalla ripresa dei consumi e dall’aumento della mobilità che ha segnato il secondo trimestre. Eugenio Gaiotti, capo del dipartimento di economia e statistica di Banca d’Italia, nella sua testimonianza a Camere riunite, ha citato un’indagine straordinaria sulle famiglie italiane condotta tra agosto e settembre, secondo cui le attese sulla situazione economica e sul mercato del lavoro sono migliorate, sostenute dai progressi delle vaccinazioni e dalle prospettive più incoraggianti sul fronte Covid. In particolare, la quota di famiglie che dichiarano di aver ridotto le spese presso alberghi, bar e ristoranti rispetto a prima della pandemia è scesa al 71% (aveva raggiunto quasi il 90% nelle fasi più acute della pandemia), mentre le famiglie che hanno fatto meno frequentemente acquisti in negozi di abbigliamento e per servizi di cura della persona sono scese al 63 e al 57 per cento del totale, rispettivamente.