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Risparmio: i giovani preferiscono investire nei PAC
Dominano i Boomers e le generazioni più anziane, ma l'investimento nei fondi è considerato democratico, con la metà che vi accede con meno di 20 mila euro. Il 64% dei sottoscrittori risiede nel Nord Italia. Prevale l'obbligazionario nei fondi italiani e l'azionario in quelli esteri.
Con l’entrata delle nuove generazioni nel "pianeta" del risparmio cambiano i connotati di chi investe nei fondi comuni, uno degli strumenti maggiormente preferiti dagli italiani (uno su due). È quanto emerge dall’Osservatorio di Assogestioni che, quest’anno, evidenzia la democratizzazione dell'accesso ai fondi con la crescente partecipazione dei giovani. Sono 11,1 milioni i sottoscrittori di fondi, per un valore totale investito che ha raggiunto quota 546 miliardi di euro. In Italia c’è una partecipazione del 18,8%: circa un italiano su cinque affida almeno parte dei risparmi ai fondi con un valore medio di 49 mila euro. L’importo varia a seconda del tipo di prodotto: più basso per i sottoscrittori di fondi italiani (30mila euro), più elevato per quelli in fondi esteri (55mila euro). Cifre che, però, dice Riccardo Morassut, Senior Research Analyst dell'Ufficio Studi di Assogestioni, necessitano di un'attenta lettura: in altre parole non si può semplificare tutto con un solo identikit.
Uno strumento d’investimento democratico
L’insieme dei sottoscrittori ha molte peculiarità. Il patrimonio è concentrato sul quartile più alto, dove ci sono circa tre quarti del totale, mentre metà dei circa 11 milioni di investitori accede con cifre vicino ai 20mila euro. Il dato, per Alessandro Rota, direttore dell'Ufficio Studi di Assogestioni, è in linea con le stime di Banca d’Italia, che attribuisce al 30% delle famiglie più abbienti l’80% della ricchezza finanziaria presente nel Paese. Tuttavia, l’alto numero di italiani che scelgono i fondi - allocando anche cifre più contenute - dimostra come questo sia uno strumento democratico.
L’abbrivio dell’educazione finanziaria
L’investimento in fondi è un atto di educazione finanziaria: aiuta a trasferire i valori della diversificazione, della programmazione e della gestione dei risparmi. L’età media dei sottoscrittori è di 61 anni, con i Boomers al 41%. Seguono la Generazione X con il 29%, le generazioni anziane (ultra 78enni) con il 16% e i più giovani (Millennials e Generazione Z), con il 15%. L’investimento medio per fasce d'età: per i Boomers, che detengono il 48% del patrimonio complessivo, è di 58mila euro, che sale a 66mila per la Silent Generation e a 83mila per la Greatest Generation. Sotto media, ma con un importo comunque rilevante, la Generazione X con 42mila. Per i Millennials, invece, l’investimento medio è di 21mila euro mentre per la Gen Z di 13mila. Queste ultime, insieme, detengono il 6% del patrimonio.
I giovani scoprono il risparmio
Questi numeri, secondo Morassut, sono positivi: rispetto a un anno fa, la partecipazione delle due generazioni più giovani è passata dal 13 al 15% e, di riflesso, il patrimonio detenuto da Millennials e GenZ è salito dal 5 al 6%. Ciò conferma che gli under 40 stanno gradualmente iniziando ad aumentare la quota investita in fondi. In media, il PIC (versamento unico) rimane la forma prevalente, scelta dal 62%, mentre la quota di sottoscrittori che investe tramite i piani PAC (piani di accumulo) è del 21% e in forma mista al 17%.
Domina l’obbligazionario
Tra i fondi italiani prevalgono i bond (36%) e i flessibili (34%), seguiti da bilanciati (19%) e azionario (11%). Tra i fondi esteri è più marcata la componente azionaria, con il valore per i fondi cross border al 50%. Stabile (30%) il peso dell’obbligazionario, mentre cala la quota dei flessibili e bilanciati (all’11% e 10%). Lo studio per aree geografiche mostra una prevalenza di Europa e America, entrambe al 32%. L’allocazione all’Italia pesa per il 16% del portafoglio generale, di cui il 13% in bond e il 3% in azionario italiano. Un 16% di home bias non è poco, considerando che Borsa Italiana pesa lo 0,6% della capitalizzazione mondiale.
Risiedono al Nord il 64% dei sottoscrittori in fondi
Dalla ricerca emerge un Paese diviso in due, con il 64% dei sottoscrittori in fondi che risiedono al Nord Italia. La regione con la partecipazione più alta è l’Emilia-Romagna (29,3%), seguita da Lombardia (27,1%), Piemonte (26,6%) e Liguria (25,1%). Le Regioni del Nord d’Italia sono le prime per investimento complessivo: i sottoscrittori residenti in questa area detengono il 69% del totale. Nel dettaglio, al Nord-Ovest va il 43%, mentre al Nord-Est il 26%. Gli investitori del Sud hanno il 9% del portafoglio generale e quelli delle isole il 4%.