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Yen: in rialzo prossimo biennio, ma politica BoJ ostacola
L’aumento dei salari in Giappone, che favorisce una maggiore inflazione, alimenterà i consumi e sosterrà l’economia, stimolando un sentiment rialzista sui titoli giapponesi e sul mercato immobiliare, anche grazie alle riforme strutturali e ai cambiamenti sociali. Prospettive positive per lo yen.
Lo yen ha il potenziale per apprezzarsi nei prossimi due anni, ma tutto dipenderà dalle azioni della BoJ. Attualmente i presupposti ci sono: c’è una visione relativamente costruttiva sull'economia giapponese nel medio termine. È quanto afferma Mark Dowding, CIO di BlueBay Fixed Income, RBC BlueBay Asset Management, il quale ritiene che nel Paese la deflazione sia ormai alle spalle e che l'inflazione sembra aver raggiunto – attorno al 2% - un punto di sostanziale stabilità. Quest’anno il rialzo dei salari del 6% a seguito dei colloqui ‘Shunto’ (Primavera calda: negoziati tra i sindacati dei lavoratori e le associazioni dei datori di lavoro) ha mostrato come l'aumento dell'inflazione si stia traducendo in un aumento dei salari e si prevede che questo alimenti i consumi.
Più liquidità, più consumi, più riforme
I costi costi salariali più elevati pagati dalle imprese si ripercuotono sui prezzi e questo dovrebbe garantire che l'inflazione continui a superare il 2% nei prossimi anni e che, nel frattempo, anche i salari continueranno a crescere a un ritmo sostenuto. Questo trend verso la reflazione, secondo Dowding, sta anche portando a un sentiment più rialzista sui titoli giapponesi e su alcune parti del mercato immobiliare. Con le famiglie che dispongono di molta liquidità, sembra che la ‘generazione perduta’ stia iniziando a crescere e questo dovrebbe contribuire a sostenere la ripresa economica. A ciò contribuiscono anche le riforme strutturali nel settore delle imprese e il cambiamento degli atteggiamenti della società, come ad esempio in materia di immigrazione.
Il filo che lega l’economia giapponese a quella Usa
Sulla base di questa visione, l’economista si aspetta che la BoJ normalizzi la sua politica nel corso del prossimo anno. Ritiene infatti che oggi il tasso R* (concetto utilizzato per indicare un tasso d’interesse reale neutrale o naturale, considerato adeguato secondo lo stato dell’economia) in Giappone si aggiri intorno all'1,5% e prevede che i tassi di liquidità raggiungano questo livello entro marzo 2026, con un rendimento dei JGB a 10 anni che attualmente sale al 2%. Nello stesso periodo stima un certo rallentamento dell'economia Usa rispetto alla recente forza, in quanto i tassi più alti più a lungo peseranno sull'attività. Detto questo, non prevede una recessione Usa e si aspetta che i tassi statunitensi si aggireranno intorno al 4% a marzo 2026.
L’ampia sottovalutazione della divisa nipponica
Per questi motivi, Dowding prevede un apprezzamento dello yen nel medio termine. La valuta nipponica è molto sottovalutata da molti punti di vista. Ad esempio, l’economista ammette di avere scoperto che si può pagare 700 yen per una birra a Tokyo (5,38 euro) e 14 dollari per la stessa negli Stati Uniti (12,60 euro). Pertanto, in un'ottica di medio termine, con un orizzonte di 2 anni, si potrà vedere il dollaro/yen di nuovo vicino a 130. Tuttavia, aggiunge, nel breve, la BoJ continuerà a praticare una politica monetaria molto accomodante e questo mina la valutazione dello yen. Finché i tassi di interesse non cominceranno a salire, lo yen potrebbe indebolirsi ulteriormente fino a 160, a meno che i rendimenti globali non scendano (a causa di dati Usa molto deboli) o a causa di eventi risk off, come potrebbe essere la politica in Francia.
Bene lunghi sullo yen, ma attenzione al differenziale di carry
Nel frattempo, secondo Dowding, un movimento più ampio - fino a 200 yen sul dollaro - sembra molto improbabile, a meno che le autorità giapponesi non commettano un grave errore politico. Dal punto di vista del CIO di BlueBay Fixed Income, il suggerimento è di puntare a essere lunghi sullo yen, in linea con la visione di medio termine della casa di investimenti. Tuttavia, sottolinea l’economista, è costoso detenere yen a causa del differenziale di carry. Pertanto, consiglia di dover attendere che la BoJ sia molto più chiara in termini di azione politica prima di aggiungere una posizione. Intanto l'attenzione è tornata a concentrarsi sul mercato, con lo yen che ha superato i 160 yen sul dollaro, innescando così il timore di un intervento imminente da parte della BoJ.