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Le small cap indicano la strada tracciata da Trump
Molti osservatori statunitensi hanno confermato che la politica fiscale preannunciata dal neo-presidente Trump e il nuovo piano di ammodernamento delle infrastrutture, potrebbe avere risvolti molto positivi per le società domestiche
La spinta più rilevante potrebbe arrivare da un forte rilancio del mercato interno che offrirebbe un terreno ideale per le società votate al mercato Usa e meno interessate dai saliscendi del biglietto verde.
Da un punto di vista tecnico, dopo l’appuntamento con le presidenziali, il Russell 2000, indice di riferimento per le società a piccola capitalizzazione, è riuscito a superare le cinquanta sessioni al rialzo consecutive (uno strappo al rialzo che ha riportato l’indice sui massimi storici, sopra i 1.300 punti).
In siffatto contesto, le ultime tre settimane sono state permeate da una intensa selezione dei titoli che hanno consentito all’indice di riportarsi sui massimi di sempre. Da un’attenta analisi delle società che compongono l’indice si nota che sono state 56 le azioni cresciute più del 50% dal 3 novembre scorso (data che ha segnato l’inizio dell’ultima accelerazione al rialzo delle small caps Usa). Tre di queste cinquantasei hanno visto raddoppiare le rispettive quotazioni con rivalutazioni di poco oltre il 100%.
Se osserviamo i valori che si sono mossi meglio negli ultimi mesi, è possibile fare alcune osservazioni. In primo luogo, che molto probabilmente si tratta di aziende di cui la maggior parte degli investitori non ha mai sentito parlare a causa delle ridotte dimensioni. Tra le ventisette società top performer, solo sette hanno una capitalizzazione di mercato che supera i 1.000 mln di dollari. Al contrario, quindici società possiedono un livello di capitalizzazione inferiore ai 500 mln di usd.
Un particolare importante riguarda il settore di appartenenza delle best performer: ben quattordici del gruppo delle prime ventisette concentra il proprio business aziendale nel settore healthcare). In altre parole, gli investitori mostrano di voler puntare forte sulle opportunità che le aziende del comparto healthcare avranno a disposizione con le politiche annunciate da Donald Trump in materia di riorganizzazione della sanità. Parallelamente, le società farmaceutiche e biotecnologiche saranno le principali beneficiarie della sconfitta della candidata democratica Hillary Clinton e del conseguente venir meno dell’introduzione di limiti restrittivi ai prezzi dei nuovi farmaci.
Il rally delle small caps statunitensi ha calamitato l’attenzione degli investitori istituzionali nell’ultimo mese. Il gruppo delle società a più bassa capitalizzazione raccoglie oltre cinquanta titoli che hanno messo a segno performance superiori al 50%. Il trend rialzista di quest’ultimo gruppo di aziende si è tradotto in un incremento della capitalizzazione globale di oltre 305.900 milioni di dollari.
L’analisi dell’evoluzione dell’indice Russell 2000 può, apparentemente, sembrare qualcosa di molto lontano dalle dinamiche che interessano l’investitore retail, ma così non è. La fotografia dell’indice mette in mostra quale tipo di rotazione settoriale sta interessando l’economia Usa. Una rotazione che, se le politiche annunciate da Trump saranno seguite da provvedimenti concreti, potrebbe nel lungo termine coinvolgere anche gli indici che ospitano le società ad elevata capitalizzazione.