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Mercato toro sulle materie prime
Gli investitori rimangono bullish sulle commodity, come evidenziano i dati rilasciati dalla Commodity Futures Trading Commission (CFTC) che indicano per lo scorso mese un record di posizioni nette lunghe (in acquisto) su quasi tutte le principali materie prime da parte dei maggiori operatori del mercato.
L'inflazione dei prezzi al consumo negli Stati Uniti ha sorpreso al rialzo nel mese di gennaio, e secondo gli analisti di Etf Securities questo trend continuerà, sulla scorta dell'aumento dei prezzi dell'energia che manterrà sotto pressione il paniere di riferimento.
I futures sui Fed funds indicano che il mercato non condivide la posizione della Fed che prevede tre rialzi nel corso dell'anno, scontando che i ritocchi ai tassi saranno soltanto due, e in questo contesto è probabile che i tassi d'interesse reali rimarranno bassi, se non addirittura negativi. Per la loro naturale correlazione inversa con i tassi reali, questo potrebbe essere positivo per commodity come oro e argento.
Per l'oro si prevede una risalita dei prezzi verso i 1.300 dollari l'oncia nella prima metà del 2017, favorita da un dollaro debole. Tuttavia, un rafforzamento del biglietto verde combinato a un aumento dei tassi d'interesse potrebbero scatenare un'ondata di vendite nella seconda parte dell'anno, con il metallo giallo che potrebbe ritornare a 1.230 dollari l'oncia.
Diversi fattori esogeni di natura politica, quali ad esempio gli appuntamenti elettorali in Olanda, Francia e Germania, potrebbero condizionare i movimenti dell'oro, ma è al momento difficile prevedere come il mercato reagirà a questi eventi, anche alla luce dell'andamento del metallo prezioso all'indomani dell'elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti, quando ci si sarebbe potuti aspettare un certo movimento sui prezzi che invece non è avvenuto.
Da un punto di vista macro la ripresa economica prosegue, gli indici globali sull'attività manifatturiera sono ai massimi delle ultime 34 settimane, e si stanno avvicinando ai massimi degli ultimi sei anni, fornendo un importante supporto alle commodity industriali. Di contro, in alcuni paesi (quali ad esempio Cile e Indonesia) le forniture di diversi metalli industriali sono a rischio a causa di scioperi e instabilità politica.
Non sorprende che quindi che nell'ultimo mese a spingere al rialzo il comparto delle materie prime nel suo complesso siano stati i metalli preziosi e i metalli industriali.
Tra le commodity agricole, va segnalato l'andamento fortemente negativo del cacao. i prezzi del cacao sono scesi di oltre il 14% nell'ultimo mese, toccando i minimi degli ultimi cinque anni. Il crollo dei prezzi è conseguenza di una produzione sopra le attese in Africa occidentale, dove la minaccia di una forte siccità causata dall'Harmattan, un vento caldo e secco proveniente dal Sahara, che avrebbe potuto mettere a rischio il 50% dei raccolti, e che aveva alimentato la speculazione nei mesi precedenti, non si è materializzata.
Il petrolio continua a scambiare sulla parte alta del trading range, nonostante la forte ripresa della produzione negli Stati Uniti. Il mercato ha letto positivamente il fatto che il 90% dei paesi aderenti all'OPEC stiano rispettando l'accordo sui tagli alla produzione decisi lo scorso autunno, ma per assorbire le scorte di greggio in eccesso sarebbe necessario un consenso del 100%.
Per questo motivo secondo gli analisti di Etf Securities nel breve termine i rischi per i prezzi del petrolio sono al ribasso. I fondamentali dovrebbero tuttavia riequilibrarsi nella seconda parte dell'anno, grazie a ulteriori tagli alla produzione da parte delle compagnie petrolifere, che potrebbero compensare l'aumento della produzione statunitense.