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Gli appuntamenti chiave del primo trimestre 2019
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Sul piano della politica monetaria, l’anno avrà inizio con le riunioni dei board delle tre pincipali banche centrali del pianeta: Federal Reserve, Banca centrale Europea e Banca del Giappone. E poi dazi, Brexit, utili delle Faang.
Per quanto riguarda la Bce, giunta alla conclusione del suo programma di acquisti di titoli di stato e societari nel dicembre del 2018, il focus si sposterà sul futuro dei tassi d’interesse, sullo stock di attività finanziarie detenute all’interno del bilancio dell’istituto e sulle operazioni di reinvestimento titoli.
Le dimensioni e la composizione del bilancio saranno i temi all’ordine del giorno della prima riunione del board presieduto da Mario Draghi. Le Tltro (Targeted Longer-Term Refinancing Operations) torneranno a occupazre un ruolo di primo piano nell’agenda del governatore. Le scadenze residuali delle Ltro esistenti è sceso sotto i dodici mesi e la loro regolamentazione è cambiata. Questi fattori potrebbero influenzare significativamente gli indici di liquidità delle banche dell’eurozona, in particolare degli istituti italiani e spagnoli (che rappresentano il 55% del totale).
A gennaio cominceranno le consultazioni tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti per formulare proposte tese al miglioramento della cooperazione in materia di norme che regolano l’attività di alcune industrie e alla riduzione delle barriere commerciali.
Alla fine di gennaio le grandi società tecnologiche Usa pubblicheranno i loro risultati relativi all’esercizio 2018: Apple lo farà il giorno 29, Facebook e Alphabet il 30 e Amazon il 31. Dalla bontà dei risultati dei colossi californiani dipenderà molto il verificarsi del primo tonfo delle Borse nel 2019 o dell’inizio di una prima fase di recupero delle quotazioni.
A gennaio l’attenzione degli investitori sarà rivolta anche a Londra. Il 15 gennaio, presso il Parlamento britannico, la Camera dei Comuni sottoporrà a votazione l’accordo di uscita dall’Unione Europe.
A febbraio l’attenzione si sposterà sul report sull’industria dell’auto negli Usa. I dati contenuti in questo documento potrebbero far crescere le tensioni commerciali con l’Europa. La speranza è che il report non convinca il presidente Trump sulla pericolosità dell’importazione di auto e componenti del settore per le sorti dell’economia domestica. L’eventuale applicazione di dazi alle importazioni di automobili avrà ripercussioni sui produttori di Germania, Italia e Regno Unito, che destinano al mercato normaricano il 10% delle rispettive produzioni.
Il 1° marzo scade la tregua sottoscritta da Stati Uniti e Cina per trovare una soluzione alla gueraa dei dazi. Se le negoziazioni in corso non dovessero sfociare in una soluzione concordata, i dazi –attualmente fissati al 10%- su una buona fetta delle importazioni in arrivo dalla Cina si impennerebbero al 25%.
Il 19 marzo la Fed terrà la seconda riunione del 2019. Quella di marzo è una delle riunioni chiave per capire se Powell punterà su altri rialzi del costo del denario durante l’anno. Se l’ascesa dei tassi Usa dovesse continuare, è probabile che asisteremo a un altro anno di debolezza per le divise emergenti, schiacciate dall’appetibilità dei rendimenti dei bond in usd e dalla conseguente forza del dollaro.
Il 29 marzo è la data in cui il Regno Unito lascerà l’Europa a 27 stati. La legge comunitaria consente a Londra di revocare l’articolo 50 in maniera unilaterale in qualsiasi momento, tuttavia, Theresa May continua a rifiutare l’ipotesi ci un nuovo referendum sul tema.
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