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Asia: più peso dei fattori ESG nell’analisi del credito
Le tematiche ESG stanno prendendo sempre più piede nelle strategie delle imprese asiatiche, creando interessanti aree d’investimento. L'unico problema, secondo l’analisi in esame, è la carenza di una dettagliata comunicazione al riguardo. Spicca l’impegno di Malesia, Indonesia, Cina.
I fattori ESG nella valutazione di una società stanno acquisendo una crescente importanza nelle scelte degli investitori e una ricerca approfondita a riguardo può contribuire a individuare quelle di alta qualità e lungimiranti, con maggiori prospettive di sostenibilità a lungo termine e, di riflesso, migliori profili di rischio di credito. L’integrazione di queste tematiche, sebbene stiano rapidamente diventando mainstream in Asia, sta generando nell’area un’inevitabile divergenza tra Paesi in termini di promozione della consapevolezza ambientale-sociale-governance e di aumento dei requisiti di divulgazione aziendale. La regione, osserva Sheldon Chan, portfolio manager Asia credit di T. Rowe Price, dopo avere accumulato ritardi nella politica sostenibile, oggi si può considerare all’avanguardia nell’investimento socialmente responsabile (incorporando valori nei mandati di investimento) per quanto riguarda la finanza islamica.
Il maggiore impegno di Malesia, Indonesia e Cina
L’esperto cita gli esempi della Malesia e dell’Indonesia: la prima, nel 1983, ha emanato una legge per regolamentare le attività bancarie nel rispetto della tradizione islamica, mentre il secondo Paese, che vanta la popolazione islamica più numerosa al mondo, è anche uno dei principali emittenti di questo tipo di investimenti socialmente responsabili. Il fenomeno in numeri, l’emissione di obbligazioni con marchio ESG in Asia ex Japan, ha raggiunto 75 miliardi di dollari nel 2021, ovvero pari a tre volte il volume che è stato emesso nel 2020. Cina e Corea del Sud insieme, in particolare, rappresentano il 70% del totale, mentre Hong Kong e Paesi come India e Indonesia si dividono la quota restante. Dal punto di vista degli investimenti, tuttavia, in Asia sono presenti ancora molti problemi di crescita da superare e questi, secondo Chan, creano opportunità per gli investitori strategici di capitalizzare su potenziali dislocazioni dei prezzi.
Ancora insufficienti le comunicazioni ESG
L’investitore che punta l’attenzione su questi Paesi deve sapere, secondo il gestore di T. Rowe Price, che gli emittenti di credito asiatici tendono a fare uno screening insufficiente in termini di disclosure ESG e questo rende più complicata la formazione di un quadro completo delle loro potenziali responsabilità e anche delle misure che potrebbero adottare per superarle. Tuttavia, ci sono segnali di miglioramento. Le autorità si stanno comunque muovendo verso questa direzione. I requisiti di disclosure ESG sono già obbligatori per le società quotate nelle Borse di Hong Kong, Singapore, Tailandia e Filippine. Intanto, la China Securities Regulatory Commission ha recentemente introdotto nuovi requisiti che impongono a tutte le società quotate e agli emittenti di obbligazioni di divulgare i rischi ESG associati alle loro attività. Altrove, India e Corea del Sud hanno aggiornato le raccomandazioni volontarie per migliorare la rendicontazione ESG.
L’impegno delle aziende e le nuove opportunità
L’Asia ha di fatto imboccato la strada ESG: si prevede che altri requisiti di rendicontazione ESG emergeranno dopo le pressioni sui Paesi dell’area affinché riducano le loro impronte di carbonio e frenino il ricorso ai combustibili fossili. La Cina, ad esempio, di gran lunga il maggior emettitore di gas serra al mondo, si è impegnata a raggiungere il picco delle emissioni entro il 2030 e la neutralità del carbonio entro il 2060. Il trend a un maggiore impegno delle aziende è un altro chiaro passo in giusta direzione. Secondo il gestore, la crescente spinta dell’Asia verso la sostenibilità può fornire una spinta strutturale per un aumento delle emissioni ESG. Oggi l’investimento è sbilanciato verso settori ad alta intensità di capitale e di materie prime, mentre aree come la tecnologia e i consumi hanno un peso molto inferiore. Questa situazione, stima Chan, è destinata a cambiare e dovrebbe creare opportunità di credito più ampie con un’analisi attenta.