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Borsa: puntare sui titoli value per proteggersi dalla volatilità

Per difendersi dalle turbolenze causate dai dati macro o dai tassi alti, sono da preferire i titoli value, valutando la competitività delle imprese e le loro capacità di generare flussi di cassa. Alcuni esempi possono essere Omnicom, Merck & Co., Harley Davidson, eBay e Campbell Soup.

01/07/2023
ombrello rosso a protezione di un computer che riporta un grafico sullo schermo
Analisi sulla capacità di protezione dei titoli value

Un interessante modo per proteggersi dalle turbolenze denunciate dal mercato in questa fase potrebbe essere trovato nei titoli value quotati negli Stati Uniti, perché il loro divario con il comparto growth è vicino ai massimi storici. Però, anche se il momento è propizio, avverte Rui Cardoso, gestore del portafoglio del fondo BA Beutel Goodman US Value Fund (rappresentato in Italia da Amchor IS), non si tratta di acquistare indiscriminatamente i titoli più a sconto, essendo consigliabile investire in grandi aziende quando trattano a prezzi convenienti. In pratica, sulla base di un’attenta analisi dei fondamentali e delle tendenze del mercato (e delle previsioni dei profitti), bisogna individuare quelle di qualità che offrono un buon margine di sicurezza tra il prezzo di mercato e il valore reale. In altre parole, il value investor è un investitore a lungo termine armato di pazienza e disciplina.

Opportunità nel divario tra growth e value

Oggi l’azionario Usa sembra dominato dai titoli growth, che hanno una forte crescita degli utili e delle aspettative. Tali titoli, secondo Cardoso, sono spesso concentrati nel settore tecnologico e hanno valutazioni elevate. Alcuni esempi possono essere Apple, Alphabet, Meta, Amazon, Tesla, Nvidia e Microsoft, che insieme rappresentano il 96% del rendimento dell’S&P 500 da inizio anno. Questi titoli – a livello individuale - hanno pesi nell’indice molto alti, come il 6,8% per Apple e il 6% per Microsoft. Per fare un confronto concreto, l’S&P 500 tratta a 18 volte gli utili attesi, mentre l’indice Russell 1000 Value, che raggruppa i titoli value, tratta a 13,8 volte e l’indice Russell 1000 Growth, che raggruppa i titoli growth, tratta a 24,3 volte. Questo divario potrebbe offrire un’opportunità per i value investor di trovare titoli sottovalutati in settori meno popolari o in difficoltà.

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Una scelta ponderata fa la differenza

Per proteggersi dalle turbolenze del mercato causate dai dati macroeconomici o dalle decisioni delle Banche centrali, come abbiamo sperimentato negli ultimi mesi, alla rigorosa analisi bottom-up delle imprese bisogna abbinare la valutazione del loro posizionamento competitivo per capire le loro capacità di generare flussi di cassa futuri. È l’unico sistema per difendersi da troppe variabili che rischiano di condizionare l’andamento dei mercati, anche perché prevederne con successo l'esito di ciascuna è impossibile. Ecco alcuni esempi, i cui rispettivi fondamentali e le quotazioni spesso non combaciano. Mentre Nvidia e Microsoft possono risultare favorite dai più recenti sviluppi dell'intelligenza artificiale generativa, Google e Apple crescono appena e hanno valutazioni elevate. Apple, da parte sua, quota 28 volte gli utili futuri rispetto a una media storica di 18 volte.

Le opportunità

Per proteggersi dai ribassi occorre, consiglia Cardoso, infatti acquistare quando i prezzi dei titoli sono bassi: le valutazioni contenute forniscono una certa protezione. Alcuni esempi di titoli value possono essere: Omnicom, un’agenzia pubblicitaria che ha resistito alla concorrenza di Facebook e YouTube; Merck & Co., società farmaceutica che - grazie alla sua solida ricerca e sviluppo - ha superato la perdita dell’esclusività del suo farmaco oncologico Keytruda; Harley Davidson, famosa casa motociclistica che ha migliorato vendite e redditività dopo aver sofferto per le scorte eccessive e la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina; eBay, piattaforma e-commerce che si è focalizzata sulla vendita di articoli usati e su nicchie specifiche come i ricambi per auto. Sono tutte aziende che hanno prezzi interessanti, solidi dati finanziari e una forte disciplina del capitale.

Da evitare utilities, immobiliari, società energetiche

Gli investitori hanno inoltre trascurato Campbell Soup, perché si sono concentrati a lungo sul rallentamento del mercato dei cibi in scatola, ignorando i suoi snack che offrono invece un notevole potenziale. Inoltre, l'azienda ha dismesso attività non strategiche e ha un bilancio solido. Prospettive interessanti anche per American Express che, a differenza dei concorrenti come Mastercard e Visa (che dipendono dalle banche), ha una rete indipendente e un modello commerciale basato sulle commissioni, offrendo un rendimento del capitale superiore al 25%. Mentre sono da evitare utilities e immobiliari a causa dei rendimenti esagerati dovuti all'alto grado di leva finanziaria. Non piacciono nemmeno le società energetiche, che stanno riducendo gli investimenti nelle riserve a causa delle restrizioni ambientali. Per quanto riguarda i rendimenti offerti dalle azioni bancarie statunitensi, questi non sono sufficientemente interessanti e, per ottenerli, è necessario assumere molti rischi a causa dell'alta competizione.

A cura di: Fernando Mancini

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