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Radar Swg: il virus non fa più paura, ma si temono nuovi focolai
Nell'era del dopo Covid si sta sviluppando tra gli italiani un sentiment contradditorio: la preoccupazione per il virus è tornata ai minimi, mentre è cresciuta la percentuale di chi ritiene probabile subire il contagio. è quanto emerge dal più recente Radar Swg.
La nuova normalità nell’era post-Covid si sta sviluppando con un sentiment contradditorio per gli italiani: la loro preoccupazione per il virus è tornata ai minimi livelli, mentre è cresciuta la percentuale di chi ritiene probabile subire il contagio. Stando ai numeri emersi dal nuovo Radar Swg (condotto nella settimana 29 giugno-5 luglio), la quota di chi si definisce molto preoccupato per il coronavirus nel periodo di riferimento è scesa al 19% (dal 57% di marzo) e in sintonia si è mossa la quota di chi ritiene probabile contrarre il virus personalmente (al 44% dal 54%).
In apprensione per l’economia e il lavoro
Al contrario, tra i concittadini ha guadagnato terreno l’ipotesi di lockdown imposti a livello locale, a causa di possibili nuovi focolai. In autunno il 32% ritiene che ci sarà una seconda ondata dell’epidemia, mentre il 23% la esclude, “ma dovremo cambiare in maniera definitiva alcune delle nostre abitudini” perché il virus non sarà debellato del tutto. Tutto questo continua ad alimentare una visione negativa dell’economia e delle prospettive per il futuro: sale infatti al 60% (dal 58% della settimana precedente) chi ritiene che la congiuntura non riuscirà a riprendersi per molto tempo. Una situazione che si rispecchia anche nel fatto che quasi la metà dei lavoratori (47%, erano al 49% un mese fa) continua a ritenere possibili licenziamenti nella propria azienda.
Voglia di normalità, ma ancora diffidenza per i luoghi affollati
Tuttavia la vita è ripresa in una dimensione di sempre maggiore normalità: indicativo il balzo registrato dalla percentuale di chi esce fuori la sera a cena (al 62% dal 42% di metà giugno) o di chi si permette di entrare in un bar per un caffè o un aperitivo (al 62% dal 57%). Segnali di voglia di normalità anche da chi va a fare acquisti in negozi tradizionali (al 69% dal 65%) o da chi si concede un giorno di mare (al 34% dal 30%). In questi casi le disposizioni di sicurezza sembrano essere sempre più assimilate, tanto che si riduce progressivamente la quota di chi valuta la nuova normalità diversa da quella passata. C’è invece ancora grande diffidenza nel prendere i mezzi pubblici (al 32% dal 30%) o assistere a uno spettacolo al chiuso (al 29% dal 28%).
Le azioni del Governo dovrebbero essere più efficaci
Gli interventi del Governo che i cittadini ritengono prioritari vertono tutti sul lato economico: per il 76% è necessario rilanciare l’economia e sostenere (62%) quelle imprese che hanno più sofferto nell’ultimo periodo a causa della pandemia. Il 60% sostiene che c’è bisogno di sostenere le fasce più deboli della popolazione, per il 58% la priorità è anche la riforma fiscale e per il 44% la riforma del sistema giudiziario. Le misure economiche fin qui attuate hanno riscontrato invece un tiepido entusiasmo e coinvolgono o potrebbero interessare solo una parziale platea di cittadini.
Il 29% ha eroso i propri guadagni
La maggioranza accoglie con positività le recenti modifiche fiscali e i bonus introdotti dal Governo, visti però come interventi poco lungimiranti e non strutturali, che portano benefici più nel breve termine che in ottica futura. In questo scenario circa il 29% della popolazione ha eroso i propri risparmi per far fronte alla situazione economica degli ultimi quattro mesi. A farne maggiormente le spese sono stati i ceti più deboli e i dipendenti privati. Contestualmente, la capacità di risparmio delle famiglie italiane durante questo periodo è derivata da una contrazione delle uscite superiore a quella delle entrate.
L’App Immuni non decolla
L’ultimo Radar Swg ha messo sotto i riflettori l’App Immuni, il cui utilizzo non decolla: dall’indagine emerge che sono pochi i cittadini che l’hanno già scaricata o che hanno intenzione di farlo. La maggioranza infatti non la scarica (la quota è salita al 56% dal 51% di giugno), la ritiene inefficace (44%) e esprime ancora timore per la tutela della propria privacy (29%). Tra le ulteriori cause di mancato utilizzo emergono anche le difficoltà nel tenere sempre acceso il bluetooth/gps (21%) e la paura di finire in una nuova quarantena o isolamento per errore (19%). Viceversa chi utilizza già la App si ritiene comunque soddisfatto e la considera come utile e efficace (69%) nel contenimento del contagio.