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Radar Swg: torna a salire il timore di contagio
Le notizie di cronaca relative ai nuovi casi di contagio a Pechino e in Germania hanno contribuito a invertire la curva discendente della preoccupazione per il contagio del coronavirus, evidenziando come l’emotività degli italiani sul tema sia ancora molto elevata. È quanto è emerso dal sondaggio condotto nella settimana 15-21 giugno da Swg. Nel dettaglio, il 23% si è detto molto preoccupato per la diffusione della pandemia (percentuale comunque ben distante dal 57% toccato il 22 marzo scorso), mentre il 42% (era il 54% tre mesi fa) ritiene probabile contrarre il virus.
In calo quota di chi pensa che economia stia peggiorando
La visione sugli effetti economici della crisi è ancora decisamente negativa, ma diminuisce la quota di chi ritiene che la situazione stia ancora peggiorando. “Non siamo ancora a un passaggio a una visione positiva, ma è importante – secondo l’analisti del Radar Swg - la riduzione di negatività mostrata dai dati”. La quota di chi pensa che l’economia non riuscirà a riprendersi per molto tempo ancora è passata nella settimana presa in esame al 61% dal 55% segnato nella settimana precedente, mentre quelli che sostengono che la congiuntura sia peggiorata nel corso delle ultime due settimane sono scesi al 40% dal 49% (quest’ultima percentuale è in quasi costante discesa dall’inizio di maggio). E, come già accennato, resta molto bassa la quota di chi afferma che l’economia si riprenderà molto presto (al 9%, in discesa dall’11% della settimana 8-12 giugno).
Esperienze contraddittorie con la Fase 3
La nuova normalità si sta prefigurando foriera di ambivalenze: la valutazione delle nuove esperienze di consumo divide il campione tra favorevoli o meno, ma segna come per il 70% le attività quotidiane non siano comunque più come prima. Insomma, tra i consumatori ci sono sentimenti contrapposti. La distanza sociale ha giocato un importante ruolo nella valutazione delle esperienze, come si può rilevare dalle uniche due giudicate positivamente (rispetto al periodo precedente all’emergenza sanitaria) dai pochi italiani che si sono recati al mare (25%) o da chi hanno utilizzato mezzi di trasporto pubblici (20%) come bus o metro. Saldo negativo invece per chi è andato nei centri commerciali, al bar, in un negozio di abbigliamento o al ristorante.
Gli italiani si sono scoperti più fragili
Anche a livello individuale molti italiani si sentono cambiati, ma a dominare è un nuovo senso di fragilità che va a sommarsi alle antiche fragilità che colpivano donne, anziani e appartenenti ai ceti più bassi della società. Nel dettaglio, due persone su cinque (36%) si sentono cambiate profondamente e la metà di questi ammette di essersi scoperti più fragili rispetto a prima. Gli over 54 sono la classe che dichiara che l’emergenza coronavirus non ha cambiato nulla nella loro vita (mentre i più toccati sono stati i 18-34enni), anche se nello stesso tempo rivelano che sono quelli che si sono scoperti più fragili.
Razzismo, fenomeno sommerso
Il Radar Swg questa settimana ha preso in considerazione come gli italiani percepiscono il razzismo. Le discriminazioni nel Paese esistono: più di 3 italiani su 10 ritengono determinate forme di razzismo o discriminazione giustificabili, mentre buona parte dei giovani afferma che le discriminazioni siano un elemento sistematico della nostra società. Il fenomeno sembra però essere sommerso dato che la maggior parte degli intervistati (59%) afferma che la maggioranza delle persone sono razziste anche se non si espongono apertamente. È un problema presente ma ritenuto marginale dalla maggioranza. Le proteste statunitensi di questi giorni contro le discriminazioni nei confronti della popolazione afroamericana sono ritenute condivisibili ma in parte eccessive. Solo il 16% le ritiene inopportune.