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Wall Street: dove investire nel 2024
Fase favorevole per Wall Street, anche se gli esperti consigliano cautela nelle strategie poiché i valori sono elevati in settori come la tecnologia. Più convenienti risultano i comparti immobiliare e Tlc. Interessanti le aziende attive nelle commodity, in particolare nel litio e nell’oro.
La performance positiva che quest’anno porta a casa la piazza azionaria statunitense rivela due cose: la crescente convinzione degli investitori che – tra le spinte inflative e l’aumento dei tassi - il peggio sia passato e che, alla fine, l’atterraggio dell’economia d’Oltreoceano sarà comunque ‘morbido’. D’altronde, il brillante spunto messo a segno in questo ultimo scorcio del 2023 non è solo frutto delle operazioni di facciata (window of dressing) che solitamente fanno le aziende in questo periodo, ma è una conferma alle due tesi. Anche le prospettive della congiuntura Usa sono all’insegna del bello, con un’inflazione attesa rientrare al target del 2% e una crescita del Pil sostenuta. Nel frattempo, il terzo trimestre è stato archiviato con una crescita del 4,9%, spinta dai miglioramenti dell’offerta e della produttività.
Grazie alla produttività ci sarà l’atterraggio morbido
Tonando al quadro macro, l’attenzione si concentra sulla netta crescita (+1,4% dall’inizio della pandemia) della produttività negli Usa e le stime di Morningstar indicano un progresso simile anche nei prossimi tre anni. Questo miglioramento, spiegano gli analisti, ha contribuito a esercitare una pressione al ribasso sui prezzi, consentendo ai salari reali di crescere e ai lavoratori di consumare di più. Le stime per i prossimi anni, secondo Preston Caldwell, chief U.S. Economist di Morningstar, sono per un ‘atterraggio morbido’. Ma se nel breve queste stime sono in linea col consensus, nel medio termine divergono molto. Da qui al 2027, infatti, Caldwell si aspetta un tasso di crescita cumulato del Pil più alto del 2% rispetto alle attese del mercato e questo a causa del maggiore ottimismo circa la crescita dell’offerta di lavoro.
Fondamentale la selezione dei titoli
Nonostante questo scenario, però, gli esperti consigliano prudenza nelle scelte di investimento perché i valori oggi sono piuttosto elevati in diversi settori del listino, come è nel caso delle imprese high tech. I corsi sono invece più convenienti, secondo l’analisi che arriva da Morningstar, per i comparti immobiliare e telecomunicazioni. Ma per avere una base di valutazione migliore bisogna guardare a quello che è successo sul mercato nell’arco dell’anno che si sta per chiudere. In sintesi, Wall Street dallo scorso gennaio scrive un miglioramento medio del 20%. Il segmento growth ha fatto da traino e, di riflesso, gli esperti consigliano ora di incassare i profitti. Per esempio, le imprese legate alla tecnologia si sono apprezzate di quasi il 48% e, stima Morningstar, forse sarebbe il caso di sottopesare questo settore.
Cautela sulle small cap
Dubbi anche attorno alle small cap, che pur essendo attualmente sottovalutate, potrebbero subire rallentamenti nel breve termine. Il rischio, spiega David Sekera, chief U.S. market strategist di Morningstar, è che questo segmento possa scontare più di altri un rallentamento dei tassi di crescita dell'economia fino al terzo trimestre del 2024. In una tale situazione, gli investitori istituzionali preferiscono infatti le big rispetto alle small cap. Sembrano più allettanti invece le materie prime e i metalli preziosi, che vantano livelli attraenti. In particolare, gli stessi esperti ritengono interessanti le imprese attive nel litio e nell’oro, prevedendo una futura crescita. Più certezze anche sulle utility, che non sono tra le più scontate ma che possono essere considerate attraenti rispetto allo storico.
Le opportunità del litio e dell’oro
Una nota per le imprese legate all’immobiliare. I tassi, secondo l’esperto, sono destinati a scendere nel 2024 e i titoli di questo comparto sono tra quelli che traggono maggiore beneficio da una riduzione del costo del denaro, assieme alle utility. Le imprese legate alle commodity sono tra le più convenienti ma sono piuttosto ottimisti anche sui produttori di litio e oro. I primi hanno sofferto nel 2023 il crollo del prezzo della materia prima, che può essere un’opportunità poiché gli stessi esperti prevedono nei prossimi 10 anni un deficit nell’offerta. Per l’oro si prevede un prezzo medio di 1.865 dollari l'oncia fino al 2025, sotto i corsi correnti, ma ritengono che le azioni delle società aurifere siano scambiate con un adeguato margine di sicurezza rispetto all’attuale fair value.