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Istat: rallentamento Pil 2020 superiore al previsto
La ripresa dell’economia italiana sarà lenta e squilibrata. Lo ha indicato l’Ocse, mentre l’Istat ha corretto in negativo le proprie stime sul Pil: a -8,9 pct per quest’anno e a +4 pct per il prossimo. A fare da zavorra la domanda interna e, in minore misura, quella estera.
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L’economia italiana, a causa della pandemia, rallenterà quest’anno più del previsto e il rimbalzo atteso per il prossimo anno sarà più contenuto di quanto sperato. Lo anticipa l’Istat, che ha rivisto in calo di 0,6 punti la stima relativa al 2020 a -8,9% (corretto da -8,3%) e quella del 2021 a +4% (da +4,6%). In precedenza l’istituto nazionale aveva provveduto a tagliare le stime del Pil del terzo trimestre, abbassando la crescita a +15,9% (da +16,1% precedentemente indicato). Una correzione che ha accentuato il ritardo accumulato dalla nostra economia rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: a -5% da -4,7%.
La zavorra della domanda interna ed estera
È quindi molto probabile che la seconda ondata di contagi che sta caratterizzando l’ultimo scorcio dell’anno andrà ad impattare sul recupero messo in atto dall’economia dopo il lockdown. A pesare sulla congiuntura saranno soprattutto il crollo della domanda interna al netto delle scorte (-7,5 punti percentuali), così come di segno negativo saranno i contributi sia della domanda estera (-1,2 punti), sia della variazione delle scorte di magazzino (-0,2 punti). La risalita, almeno per quanto riguarda la domanda interna (+3,8 punti) e quella estera (+0,3 punti) è attesa nel corso del 2021. L’apporto delle scorte sarà ancora lievemente negativo.
Le stime dell’Ocse sono più pessimistiche
Le stime dell’Istat risultano però ottimistiche rispetto a quelle dell’Ocse, che comunque le ha riviste nuovamente migliorandole: prospettando per il 2020 una contrazione del 9,1%, più contenuta del -10,5% indicato a settembre (-11,3% a giugno), ma si attende una ripresa meno forte negli anni a venire. Nell'Economic Outlook semestrale dell'Organizzazione, per il 2021 indica una crescita del Pil italiano del 4,3% (da +5,4%) e per il 2022 le attese puntano a un progresso del 3,2%. Gli economisti dell’Ocse prevedono che la ripresa economica sarà lenta e squilibrata e, per questo, auspicano che le riforme strutturale accompagnino lo stimolo.
Il sostegno governativo è pari al 6% del Pil
I lockdown e l'incertezza stanno pesando sull’attività anche se l'ampio sostegno governativo, pari a 100 miliardi di euro (6% del Pil), sta attenuando l'effetto sulle aziende e sulle famiglie. Tuttavia, secondo l’Ocse, la nuova ondata di contagi da Covid-19 e le restrizioni adottate dal Governo per contenerla hanno fermato la forte ripresa registrata nel terzo trimestre. Le conseguenze si faranno sentire anche nel prossimo anno. Infatti, anche se la fiducia è migliorata, la proliferazione del coronavirus riduce il potenziale per una rapida ripresa nel 2021.
La disoccupazione è destinata a peggiorare
Il manifatturiero sarà più resiliente grazie agli investimenti, mentre i servizi si riprenderanno più lentamente, anche per l'impatto dell'epidemia sul turismo, con conseguente aumento delle disparità regionali e sul mercato del lavoro. La disoccupazione, secondo l’Ocse, si attesterà quest’anno al 9,4% (9,9% del 2019) per poi salire fino all'11% nel prossimo, con un miglioramento al 10,9% nel 2022. Solo nel 2022 tornerà una consistente creazione di posti di lavoro, soprattutto per le persone con scarse qualifiche, per le donne e i giovani, quando si sarà diffusa la vaccinazione anti-covid che stimolerà i consumi e ridurrà il risparmio.
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